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A cura di Giovanna Caliulo sommelier

Donne e vino: oltre le gambe c'è di più

Quale vino vogliono davvero le donne?

Essere donna in una società fortemente patriarcale non è mai stato semplice, lo stesso vale per il rapporto tra il vino e il "sesso debole" che ha da sempre incontrato non poche difficoltà. Ai tempi dell'impero Romano una donna non poteva nemmeno accostarsi al famoso "Nettare di Bacco". Le cose non sono migliorate negli anni 70' dove una donna vista con un bicchiere di vino in mano, veniva sempre additata come una "bad girl". Ancora oggi si fa fatica ad accostare la figura femminile non solo al mondo del vino ma anche alla realtà aziendale, nonostante ciò, pare che le cose stiano cambiando direzione, non solo perché le donne sembrano essere diventate le più grandi estimatrici e consumatrici di vino, ma anche perché le aziende agricole a conduzione femminile sono in crescente aumento.

La sensualità di cui le donne sono, spesso inconsapevolmente, insite nell'animo sin dalla nascita, a mio avviso viene frequentemente travisata e giudicata solo da un punto di vista sessista, perché si sa, il sesso vende sempre. Basta fare una ricerca su google per rendersi conto che scrivendo "donna e vino", nella maggior parte dei casi appaiono solo calici e tacchi, gambe, visi e pose abbastanza eloquenti. Ma ciò che ha colpito maggiormente la mia attenzione è stato scoprire la presenza di etichette e vini, spesso prodotti in serie, esplicitamente riferiti al sesso, le cui protagoniste ovviamente sono le donne.

Vi cito alcuni esempi tra tanti, iniziando dalla cantina australiana Some Young Punks con il suo Sauvignon Blanc di Adelaide Hills dal nome abbastanza esplicito Quickie 2014 (sveltina), basato sul noto film Pulp Fiction.
Per non parlare del motto del produttore Luke Krauss "sex, wine and Rock' N Roll" perfettamente sintetizzato sull'etichetta scelta per il suo Pornfelder un blend rosso di Portuguese e Dornfelder.
Non si può certo dire che si sia posta dei problemi l'azienda Chevalieur Brigand con le sue sfacciatamente "saucy" etichette Cuvée Sexy per Côte Du Rhône. 
Volendo giocare in casa, non sono da meno la proposta toscana ispirata a Dolly Buster, una scrittrice e attrice tedesca decisamente hard con cui è stato realizzato un trio di vino dalle etichette e nomi erotici: Madonna del Diavolo IGT rosso di San Gimignano,Retro (80% Sangiovese, 15% Merlot e 5% Syrah) ed Ecstase.  
Ultima, ma non per importanza, la pubblicità della cantina Lepore per la sua Passera vino Abruzzese, la quale propone l'immagine di una silhouette femminile con un calice posizionato al posto giusto, un invito abbastanza esplicito per una "doppia" degustazione.

Ma quale vino vogliono le donne?

Sicuramente un vino che racconti una storia, che ricordi un amore e che parli con semplicità e sincerità direttamente ai cuori, ma anche un vino glamour, da abbinare a serate e borsette ma non per questo meno profondo o intenso, al contrario che sappia coniugarsi alla perfezione con la sensibilità e il bagaglio culturale che ognuna porta dentro di se.  E' convinzione diffusa che mettere in mostra un bel corpo femminile aiuti a vendere i prodotti ma vorrei concludere con una frase di Armando Testa che a mio avviso è sempre bene tenere a mente <troppo sesso funziona da vampiro perché succhia l'attenzione del cliente e l'allontana dal prodotto>.

Auguri a tutte le donne!

Cheers!

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