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Cronaca

Dissesto idrogeologico: 200 milioni di euro non spesi in Campania

Secondo i dati elaborati dall'Ance di Salerno, in Campania risultano ancora da avviare cantieri per oltre 200 milioni di euro, in base ai fondi previsti dal Governo contro il dissesto idrogeologico

"In Campania risultano ancora da avviare cantieri per oltre 200 milioni di euro in base ai fondi previsti contro il dissesto idrogeologico" è quanto annunciato dal Centro studi Ance Salerno sulla base di un'elaborazione Ance nazionale. Secondo i dati del Governo, infatti, contro il dissesto idrogeologico ci sarà una dotazione di 9 miliardi di euro, 5 provenienti dal Fondo sviluppo e coesione, 2 dal cofinanziamento di fondi europei e regionali ed altri 2 da vecchi fondi già stanziati e non spesi.

"I recenti drammatici avvenimenti meteorologici - commenta il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi - dovrebbero imporre una svolta concreta sotto il profilo della programmazione e della realizzazione effettiva delle opere necessarie a mettere in sicurezza i territori più esposti al rischio ambientale. E, invece, arriva l’ennesima conferma che il vero problema non è legato al reperimento o allo stanziamento delle risorse: in Campania parliamo di una spesa in attesa di essere impiegata pari ad oltre 200 milioni di euro. Ma siamo costretti, invece, a constatare l’inefficacia della macchina amministrativa che non riesce a fare fronte alla risoluzione di criticità di assoluta gravità. Non è soltanto un problema di responsabilità istituzionale – continua Lombardi – perché va riconosciuto un primo avanzamento del programma di spesa. Ma, evidentemente, occorre mettere mano ad una riforma delle procedure e dei meccanismi gestionali che attualmente non consentono risposte rapide e, soprattutto, paralizzano anche ogni eventuale percorso di ripresa della filiera delle costruzioni. Non è più possibile – conclude il presidente dell'Ance Salerno – scontrarsi con le miopie ingiustificabili legate al Patto di Stabilità europeo ed interno: occorre chiedere con forza l’esclusione di tutti gli interventi destinati alla prevenzione del rischio idrogeologico. Non si può consentire che si continuino a tenere fuori dal Patto le spese sostenute per attuare le ordinanze emanate dalla Presidenza del Consiglio e dalla Protezione civile a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza: è un paradosso inaccettabile non incentivare, invece, la spesa delle opere prima che si verifichino eventi che mettono a rischio vite umane”.

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