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Cronaca

Abusi edilizi a Salerno e provincia, Legambiente: "Pochi abbattimenti"

Secondo uno studio dell'associazione ambientalista solamente il 7% delle ordinanze di abbattimento emesse dal 2000 al 2011 sono state eseguite

Oltre 800 ordinanze di demolizione (858 per la precisione) negli anni dal 2000 al 2011 sono state emesse relativamente a fenomeni di abusivismo edilizio nel territorio di Salerno e provincia: è quanto emerge da uno studio effettuato da Legambiente Campania, che però sottolinea la bassa percentuale di ordinanze eseguite rispetto a quelle emesse. Infatti, secondo i dati di Legambiente, su 858 ordinanze di demolizione emesse tra il 2000 e il 2011 in provincia di Salerno solamente 68, ossia il 7%, sono state eseguite.

Dati allarmanti - denuncia Legambiente -  che indicano come il fenomeno continui a prosperare in tutta la regione , devastando il paesaggio e alimentando una filiera del cemento illegale, intorno alla quale ruotano interessi non indifferenti. Accanto al “buco nero” delle demolizioni - si legge in una nota dell'associazione ambientalista - i risultati della ricerca evidenziano l’esistenza di una vera e propria eredità avvelenata dei precedenti condoni edilizi, rappresentata da centinaia di migliaia di richieste inevase, presentate in occasione delle leggi 47/1985, 724/1994 e 326/2003.

Per quanto riguarda il territorio di Salerno e provincia, sono 14.876 le domande di condono, con 5.260 ammesse, 450 respinte e 9166 (ossia il 61% del totale) ancora senza risposta. “Oltre che sventare i continui tentativi di riaprire i termini della sanatoria edilizia del 2003, l’ultimo dei quali appena una settimana fa – ha commentato Anna Savarese, vicepresidente di Legambiente Campania  - è utile proporre strumenti in grado di monitorare e contrastare il fenomeno dell’abusivismo edilizio. E’ in Campania è sempre in agguato l’arrivo di una nuova valanga di cemento qualora venisse approvato il ddl regionale sul paesaggio in discussione in consiglio regionale:  stiamo parlando di  una vera e propria  piaga che contribuirà  ad aggravare il consumo di suolo e il rischio idrogeologico.”

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