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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Amalfi

"Sacco di Pogerola": dopo 20 anni dalla sentenza gli edifici sono ancora lì

Italia Nostra ed il comitato Pro Pogerola, che da anni stanno lottando per abbattere gli edifici costruiti nella valle di Pogerola, sono tornate sulla vicendo facendo partire una raccolta firme per chiedere al Comune di abbattere le costruzioni

Sono passati 20 anni dalla sentenza definitiva sul sacco di Pogerola, uno dei più grandi abusi edilizia della Costiera Amalfitana e nulla è cambiato. L'abuso è ancora lì e continua a deturpare una delle più belle coste del mondo mettendo a rischio l'incolumità delle persone per l'alto rischio idrogeologico dell'area su cui è stato costruito rappresentando anche un pericolo permanente per gli abitanti del luogo. Già nel dicembre 1988 Italia Nostra fece un esposto contro questo abuso ed oggi, a quasi 30 anni, il Consiglio delle sezioni della Campania di Italia Nostra e il Comitato Pro Pogerola tornano in campo sollecitandone l'abbattimento e lanciando una raccolta pubblica di firme su Change.org per chiedere che l'amministrazione comunale di Amalfi si decida a rispettare la legge e agisca a tutela del paesaggio, rispettando le normative vigenti e il buonsenso, provvedendo a demolire totalmente gli edifici abusivi, come imposto dalla sentenza definitiva di condanna.

"La raccolta di firme - fanno sapere da Italia Nostra - punta a chiedere il rispetto della sentenza di abbattimento degli abusi edilizi, e rendere finalmente giustizia alla vallata di Pogerola, tuttora vittima di una delle più scellerate violenze ambientali avvenute sul territorio italiano e, di conseguenza, liberare il paesaggio dalle costruzioni abusive che da trent'anni lo deturpano ed eliminare i fattori di moltiplicazione del pericolo idrogeologico in un sito già di per sé ad alto rischio, garantendo la sicurezza alle persone che vivono nell'area interessata che per molti aspetti è simile al territorio dove sorgeva l'Hotel Rigopiano" concludono. Sin dall'inizio di quel massiccio insediamento, il comitato Pro Pogerola denunziò che l'insediamento andava a sorgere su un'area paesaggisticamente vincolata dal 1955 e, soprattutto, su un suolo geologicamente instabile e già sede storica di luttuosi fenomeni franosi. L'insistente impegno di quel comitato fece sì che l'operazione edilizia speculativa suscitasse l'attenzione della stampa e della tv nazionale. Sull'argomento si ebbero ben 15 interrogazioni parlamentari, e infine l'intervento della Procura della Repubblica di Salerno che bloccò ogni attività edificatoria e rinviò a giudizio amministratori, tecnici comunali e altri. Intanto, nel 2007, l'Autorità di Bacino Destra Sele, classificò l'intero territorio di Pogerola come aree ad alto rischio idrogeologico, categoria R4 e P4 e, quasi nello stesso periodo, l'Unesco dichiarò quel sito patrimonio dell'umanità. Sempre a seguito delle insistenze del comitato  Pro Pogerola e di Italia Nostra, la Regione Campania e, successivamente, il Comune di Amalfi, emisero ordinanza di abbattimento degli edifici abusivi ancora in rustico, ciò in osservanza a quanto già definitivamente accertato e dichiarato dalla Suprema Corte di Cassazione. Il 14 ottobre 2008, però, la cooperativa edilizia destinataria del provvedimento di abbattimento ha depositato il ricorso presso il Tar di Salerno, ottenendo il 14 novembre 2008 la sospensiva del provvedimento. Il ricorso, mai discusso nel merito, è decaduto e a tutt'oggi gli edifici abusivi in rustico rimangono al loro posto.
 

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