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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Accoglienza ucraini: posti in hotel riservati ai turisti e il settore extralberghiero viene "tagliato fuori", l'allarme

Ingenito (Abbac): "E' difficile che strutture alberghiere, soprattutto in aree turistiche, abbiano interesse ad accogliere profughi, mentre già molti affittacamere e residenze extralberghieri in aree come Irpinia, Sannio area salernitana e area vesuviana mi hanno indicato disponibilità ad accogliere i profughi, garantendo anche il vitto che non rientra nell’offerta extralberghiera. Ma questo non viene concesso"

Accoglienza profughi negata alle strutture ricettive extralberghiere in Campania. Lo rende noto l'Abbac, associazione regionale extralberghiera che sottolinea come, per il momento, per il commissariato emergenza Ucraina, ad ospitare gli ucraini fuggiti dalla guerra dabbeno essere solo gli alberghi. L'associazione aveva chiesto formalmente di estendere la convenzione quadro, sottoscritta con gli albergatori, anche al settore che raggruppa strutture ricettive più piccole, diffuse sul territorio regionale. “Fin dai primi giorni della guerra, con l’arrivo dei primi profughi ci siamo mobilitati per accogliere ed ospitare gratuitamente - spiega il presidente Abbac, Agostino Ingenito - Tuttavia abbiamo constatato che la presidenza ha optato per una tipologia di accoglienza alberghiera che però rischia di non offrire tutti i posti letto utili per un numero sempre più crescente di profughi che stanno arrivando nella nostra regione. Come condiviso con altre sigle sindacali, come la Fenailp, chiediamo che il Commissariato Emergenza Ucraina estenda la convenzione anche al nostro comparto che può garantire più risposta alle esigenze attuali, tenuto conto delle migliaia di strutture ricettive extralberghiere diffuse sul territorio  regionale. Ho chiarito a più riprese con la Protezione Civile regionale e la Prefettura che con il rallentamento della pandemia e i primi arrivi turistici, in vista del test pasquale, è difficile che strutture alberghiere, soprattutto in aree turistiche, abbiano interesse ad accogliere profughi, mentre già molti affittacamere e residenze extralberghieri in aree come Irpinia, Sannio  area salernitana e area vesuviana mi hanno indicato disponibilità ad accogliere i profughi garantendo anche il vitto che non rientra nell’offerta extralberghiera".

Le motivazioni

Secondo l'Abbac, dunque, sarebbe auspicabile anche un accordo con società di gestione mense, garantendo autonomia alle famiglie profughe nei tanti appartamenti dotati di cucina, cui basterebbero fornire i viveri. "Con la rete delle associazioni territoriali coordinate dall’Abbac speriamo in un ripensamento da parte del Commissariato regionale per l’Emergenza Ucraina. - continua Ingenito - In queste ore, ho ricevuto richieste da parte di cittadini ed associazioni di volontariato che mi chiedono di collocare profughi che stanno salvando dalla guerra, ma ho spiegato che senza quella convenzione dobbiamo far fronte solo ad un atto di generosità dei nostri gestori che, però, a loro volta vivono il disagio delle ripercussioni della pandemia che ha determinato una grave condizione economica. Le imminenti feste pasquali con i primi allentamenti delle restrizioni stanno portando a prenotazioni, dando un segnale inequivocabile di ripartenza per il nostro settore che ha determinato la sopravvivenza di migliaia di famiglie grazie alla forte domanda degli ultimi anni stoppata dalla pandemia".

L'iniziativa regionale e i dubbi

Va ricordato che il Governatore Vincenzo De Luca,  in caso di carenza di posti nei Cas assegnati dalla Prefettura, ha già disposto la convenzione con le strutture ricettive, stabilendo un rimborso pari a 60 euro, alias oltre il doppio di quello previsto per l'accoglienza degli altri stranieri, anche se profughi di guerra (26 euro a persona). Nel piano regionale, dunque, sin dal principio, è emersa la probabilità che, con la bella stagione, pochi sarebbero stati gli hotel disposti ad aprire le porte agli ucraini rinunciando ai turisti e, al contempo, notevole sarebbe stata la spesa pubblica per l'accoglienza, con la mancata riattivazione, peraltro dei Cas (centri di accoglienza finalizzati a sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali) presenti nel territorio e già accreditati fino al 2024. Questi ultimi, infatti, se riaperti, potrebbero in realtà risolvere ad horas il problema legato all'emergenza rifugiati.
 


 

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