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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Angri

Prodotti "Chanel" contraffatti: in nove persone a processo per falsificazione

L'inchiesta coinvolse almeno 40 persone, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di marchi e segni distintivi, commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione

Sono nove le persone finite a processo per falsificazione di prodotti di lusso col marchio Chanel. L'inchiesta coinvolse almeno 40 persone, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di marchi e segni distintivi, commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. Nel ruolo principale vi sarebbe stato un angrese, di 80 anni, che all'epoca del blitz fu raggiunto perquisizione nel suo deposito, col rinvenimento di marchi e borse griffate con contrassegni fasulli.

L'indagine

L’attuale snodo investigativo seguiva precedenti operazioni condotte nell’estate del 2015, anche fuori dalla Campania, con la collaborazione fornita dallo studio legale che tutela i marchi Chanel in Italia, che ricostruì la filiera di produzione e vendita di prodotti contraffatti della nota casa di moda, in particolare calzature, borse, accessori e bigiotteria. La conta delle merci sottoposte a sequestro era di 5.000 pezzi contraffatti, con elementi di prova tali da delineare l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere. Da qui la competenza investigativa passato alla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. La produzione dei falsi era concentrata in Campania e in Puglia, con fornitori, unità produttive e magazzini di stoccaggio tra Angri, Napoli e Trani, col ruolo di capo ipotizzato dall'angrese. La distribuzione dei prodotti avveniva in tutta Italia, dalla costa ligure a Modena, dalla Sicilia a Napoli, a varie località pugliesi e a Roma, con gli esercizi commerciali perquisiti nelle celebri vie dello shopping della Capitale, quali via Frattina, viale Guglielmo Marconi e il quartiere Appio Latino, nonchè nel quartiere del Vomero a Napoli, con una parallela rete di vendita via web con un sito realizzato ad hoc. Le ordinazioni venivano soddisfatte attraverso corrieri espressi nazionali, con merce in grado di ingannare acquirenti e commercianti nella fase dell’esposizione in vetrina. Tra le accuse anche quelle di ricettazione. 

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