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Cronaca Angri

Angri, minacciavano le famiglie per realizzare le tombe: in 7 a rischio processo

Si sarebbero imposti con violenza e minacce per aggiudicarsi la realizzazione di alcune tombe nel cimitero di Angri. La Procura di Nocera Inferiore ha chiesto il rinvio a giudizio per 7 persone, tra le quali c’è anche l’ex direttore del camposanto

Si sarebbero imposti con violenza e minacce per aggiudicarsi la realizzazione di alcune tombe nel cimitero di Angri. La Procura di Nocera Inferiore ha chiesto il rinvio a giudizio per 7 persone, tra le quali c’è anche l’ex direttore del camposanto cittadino. Davanti al gip compariranno G. D. , M.G. , S.G. , G.L. , R.M. , L.P.  e C.R. Le accuse vanno a vario titolo per molti degli indagati dall’associazione a delinquere all’illecita concorrenza, fino all’appropriazione indebita. I fatti contestati abbracciano un periodo dal 2011 al 2012. Stando alle indagini, sei di questi sono considerati interni all’associazione: alcuni erano dipendenti di una cooperativa, altri invece necrofori. Per solo due degli indagati invece c'è l'accusa di appropriazione indebita, perché si sarebbero impossessati del cassettino della tomba di un defunto, ricevendo 100 euro in contanti dal figlio dello stesso per l’acquisto di un più grande e diverso cassettino.

Tra le accuse vi è anche la calunnia, della quale dovranno rispondere altri tre. Avrebbero infatti denunciato il direttore del cimitero, R.M. , «pur sapendolo innocente, di aver estorto somme di denaro per la realizzazione di alcune tombe». Lo stesso ex funzionario però è accusato di concussione: la procura gli contesta di aver abusato della sua posizione, tentando di costringere cinque persone a far eseguire dei lavori per la realizzazione delle tombe per i rispettivi familiari ad un’impresa in particolare. Procurando un vantaggio anche al titolare di quest’ultima. Ma i familiari si rifiutarono, optando per l’impresa riconducibile ad uno degli attuali indagati. I sette compariranno davanti al gip Levita il prossimo marzo. L’attività d’indagine risale a diversi anni fa, con accertamenti e sequestri condotti dalla Finanza per altre vicende, poi intrecciate con quest’ultima. Tra i legali difensori Michele Avino, Giovanni Palumbo e Vincenzo Desiderio. A marzo il gip valuterà l’impianto accusatorio della Procura.

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