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Cronaca Angri

Angri, tonnellata di hashish nascosta sotto ponte autostrada: camionista condannato

La Cassazione, nel convalidare le ragioni sostenute dal tribunale e dalla Corte d’Appello fino alla pronuncia del 2019, ha confermato che quell'ingente quantitativo di droga fosse riconducibile all'imputato

Diventa definitiva la condanna a 7 anni per S.A., accusato di detenzione di 1.220 kg di hashish rinvenuti nel 2012 in un pilone del ponte autostradale allo svincolo di Angri. La Cassazione, nel convalidare le ragioni sostenute dal tribunale e dalla Corte d’Appello fino alla pronuncia del 2019, ha confermato che quell'ingente quantitativo di droga fosse riconducibile all'imputato. Lo stupefacente, caricato in un automezzo di proprietà, nell’area di sua proprietà, con un cancello e recinzione, direttamente all’imputato, ha sconfessato le ragioni difensive che attribuivano ad altri la possibilità di aver occultato lo stupefacente nel luogo del ritrovamento.

L'indagine

I giudici della Cassazione hanno rigettato il ricorso definendolo inammissibile. Nel corso degli anni c'era stato un precedente annullamento da parte della Corte d’Appello di Salerno per la sentenza di primo del Tribunale di Nocera Inferiore, che aveva condannato a nove anni il 48enne , nel 2013. L’uomo originario di Castellammare di Stabia era stato individuato come proprietario dell’area di parcheggio sottostante al cavalcavia, con il piazzale, utilizzato per la sosta dei tir: la linea difensiva era sempre rimasta identica, con ipotesi che qualcuno avesse raggiunto un’intercapedine a sette metri di altezza per poi nascondervi 38 valigette piene di marijuana, per un quantitativo che superava la tonnellata. La Corte d’Appello aveva poi accolto il ricorso, rimandando indietro gli atti perché si aprisse una nuova istruttoria, ravvisando sulla pronuncia di primo grado la difesa vizi di nullità ed elementi di merito. Fu poi evidenziato che l'imputato non era l’unico a poter accedere al piazzale e che lo stupefacente poteva essere piazzato anche da uno dei camionisti o da familiari del condannato, impegnati come lui nella gestione del parcheggio. La scoperta fu fatta dai finanzieri del nucleo specializzato nel narcotraffico, dopo le rivelazioni di una fonte confidenziale. Dopo aver notato alcuni grossi fori nel viadotto dell’autostrada, ispezionarono l’intercapedine e trovarono la droga. 
 

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