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Cronaca Angri

Estorsioni e incendio ad un camion: i tre angresi si difendono

"Non centriamo nulla". Questo il leit motiv delle tre persone arrestate giorni fa, che hanno sostenuto l'interrogatorio di garanzia davanti al gip ieri mattina. Hanno negato i tentativi di estorsione e l'incendio di un furgone ad una delle vittime

«Non centriamo nulla. Non abbiamo mai fatto alcuna estorsione». Si sono difesi i tre angresi arrestati due giorni fa con l’accusa di incendio, tentata ed estorsione consumata nei confronti di due persone. Ieri mattina, davanti al gip Giovanna Pacifico per l’interrogatorio di garanzia, Rosario Rega, Luigi Coppola e Luigi De Martino hanno rispedito al mittente tutte le accuse mosse dalla Procura. Accuse costate ai primi due il carcere e al terzo, gli arresti domiciliari. I primi due, difesi dai legali Giovanni Pentangelo e Gianfranco Ferraioli. Sono accusati, con contestazioni differenti, di aver tentato un’estorsione verso due persone e il solo Rega, di aver dato fuoco - dopo il rifiuto della vittima a versare soldi in contanti - ad un mezzo Iveco. «Non ho preteso soldi da queste persone - ha spiegato Rega - né incendiato alcun furgone. Dovevo vendere un macchinario, ma l’acquirente mi disse di non avere soldi, poi mi diede 200 euro dicendomi di andare via».

Lo stesso ha detto Luigi Coppola, musulmano: «Non centro nulla con questa storia, la mia vita è molto semplice, tra moschea e casa». Si è dichiarato estraneo ai fatti anche De Martino. Nei prossimi giorni il gip valuterà se scarcerare o meno i tre, come chiesto dalla difesa. La stessa, ha parlato di incongruenze nelle indagini: come le denunce presentate solo dopo l’agguato di fuoco di cui furono vittima Rega e Coppola, all’assenza di riscontri per alcune delle accuse. A ferire i due, subito dopo gli incontri con le vittime, fu Giuseppe Palo. Per i carabinieri era in compagnia del figlio. Finirono entrambi in manette. Quell’agguato, per Rega, oltre che «spropositato», rappresentava la vendetta di Palo per quanto subito dalle vittime. Sarebbe stato proprio lui a mettere in contatto Rega e l’imprenditore per la vendita di quel macchinario.

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