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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Angri

Usura con prestiti a strozzo ad imprenditore ad Angri: Cassazione blinda le condanne

I giudici del primo collegio del Tribunale di Nocera Inferiore avevano condannato un primo imputato a 2 anni e 6 mesi, mentre un secondo a 2 anni. Altri due imputati erano stati assolti, un quinto era stato salvato dalla prescrizione

Usura a danni degli imprenditori, la Cassazione conferma le condanne. Sullo sfondo, c'erano due persone imputate di usura ai danni di commercianti e imprenditori di Angri e dell’intero Agro nocerino. I giudici del primo collegio del Tribunale di Nocera Inferiore avevano condannato un primo imputato a 2 anni e 6 mesi, mentre un secondo a 2 anni. Altri due imputati erano stati assolti, un quinto era stato salvato dalla prescrizione.

Il processo

La Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibili i ricorsi dei due, ritenuti infondati. La sentenza della Corte d’Appello, il 2 aprile del 2019, aveva confermato la decisione di primo grado, risalente al primo febbraio 2017. Entrambi gli imptuati avevano beneficiato di un'assoluzione per un'accusa, mentre il secondo di una prescrizione per ulteriori episodi. I due erano accusati di aver prestato soldi a tassi usurai a sei imprenditori, tutti dell'Agro nocerino sarnese, con la costituzione, come parte civile, della Casa della solidarietá per le vittime dell'usura. La prima pietra del processo era stata una denuncia presentata ad agosto 2004 da un imprenditore che si trovava in gravi difficoltà nel coprire dei titoli emessi in favore di alcuni fornitori. Quando decise di rivolgersi ad una promotrice finanziaria, poiché l'uomo era giá protestato, gli fu prospettata la possibilità di ottenere un prestito diretto da uno dei due imputati, disponibile a prendersi carico del passaggio di denaro. Da allora vennero organizzati diversi appuntamenti per la cessione del danaro contante, con restituzione del capitale dietro interessi mensili di volta in volta più alti. L’attività dell’imprenditore non bastava a ricoprire il prestito: il debito complessivo arrivò a 15mila euro. Il tasso calcolato in quel caso era del 195 per cento. Complessivamente, come quantificato dalle voci di prestito singole e dai correlativi pagamenti degli interessi, in un totale a gravare sulle possibilità della vittima. A corredo degli episodi, le accuse riportavano anche le aggiuntive intimidazioni e i classici “consigli” di pagamento rivolti nei riguardi dei beneficiari iniziali dei prestiti, destinati all’usura. 

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