Si era armato di coltello per intimare alla sua ex di tornare insieme, dopo diversi episodi durante i quali l'aveva già minacciata di morte, oltre che aggredita. Un marocchino di 36 anni, A.M. , è atteso ora da un processo per quanto commesso il 28 giugno scorso. L'uomo provò a fare irruzione in casa della donna, armato di coltello. Nei giorni precedenti, invece, l'aveva picchiata con violenza, colpendola al collo e sbattendole la testa contro il cancello dell'abitazione. Nella denuncia, la vittima raccontò delle minacce che subiva quotidianamente, insieme al figlio piccolo di 16 anni: "Ti taglio la testa e la mando in Marocco, poi faccio la stessa cosa a tua madre". Anche il figlio fu picchiato dal papà, con schiaffi, calci e pugni. 

Le accuse che gli contesta la procura sono stalking, minacce e lesioni, con l'aggravante di aver agito alla presenza di minori. Le persecuzioni sarebbero cominciate nel 2014, con l'africano arrestato dai carabinieri dopo l'ennesimo episodio, sfociato in una violenta aggressione che mandò in ospedale la ex con il figlio piccolo. Questi i giorni nei quali il 40enne avrebbe avuto a che fare con la sua ex compagna: il 28 giugno, il 28, poi la notte tra il 12 e il 13 luglio, quando suonò più volte al campanello urlando di ucciderla. E il 18 luglio, quando promise la morte persino al figlio di 17 anni. Madre e figlio se la cavarono con qualche giorno di prognosi per le botte prese dall'uomo. Per lui vi è anche l'accusa di aver portato fuori dalla propria abitazione, un coltello e un bastone, le armi utilizzate per picchiare i suoi stessi familiari