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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Scafati

Bancarotta fraudolenta, finisce in manette imprenditore a Scafati

L'uomo è stato fermato dagli uomini della guardia di finanza in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip della procura della Repubblica di Nocera Inferiore. L'accusa è bancarotta fraudolenta

Arrestato un imprenditore di San Marzano sul Sarno per bancarotta fraudolenta e sequestrata a Scafati un'area del valore di tre milioni e mezzo di Euro: questo il bilancio di un'operazione effettuata dagli uomini della guardia di finanza della compagnia di Scafati. Le fiamme gialle hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari della procura della Repubblica presso il tribunale di Nocera Inferiore a carico di A. R., imprenditore impegnato nella distribuzione alimentare. All'uomo, già noto alle forze dell'ordine, viene contestato il reato di bancarotta fraudolenta distrattiva aggravata.

Le indagini, durate sei mesi, si legge in una nota del comando provinciale della guardia di finanza di Salerno, "hanno rivelato una serie di operazioni finanziarie e societarie simulate, realizzate dall’arrestato per sfuggire alle responsabilità fallimentari, addossandole su un prestanome, e proseguire, nel frattempo, indisturbato, nella gestione degli affari, con grave pregiudizio per i creditori di una delle sue società". L'area sequestrata dai finanzieri era stata acquistata dall'imprenditore nel 2007 ed era divenuta la sede di una società di proprietà dell'imprenditore, che successivamente al verificarsi di alcuni problemi finanziari, come si legge nella nota, aveva escogitato "una serie di articolati atti, tutti preordinati, allo scopo di sottrarre beni ai creditori e proseguire con essi le sue attività imprenditoriali".

Agli investigatori non è sfuggito che, in seguito all'evidenza dello stato di insolvenza, era stato stipulato un contratto di fitto d'azienda tra la suddetta società e un'altra società, sempre riconducibile allo stesso imprenditore. Successivamente c'era stato "lo spostamento della sede sociale presso un terraneo di Scafati con il chiaro intento di allontanare l’attenzione di eventuali organi fallimentari dalla sede operativa effettiva". A febbraio 2010, quindi, "esattamente Il giorno successivo alla pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento, sfruttando il tempo occorrente per la trascrizione della stessa, l’indagato ha completato la prima fase del disegno criminoso trasferendo ad un prestanome le quote sociali della prima società per il loro mero valore nominale.

È seguita, infine, la cessione simulata delle quote della seconda società ad altro prestanome, con cui l’arrestato ha realizzato l’obiettivo di rimanere imprenditore di fatto e del tutto occulto, continuando a gestire i propri affari nel complesso di ingente valore sottratto ai creditori". Nella nota del comando provinciale della guardia di finanza si legge anche che "l’imprenditore, ad ulteriore prova della sua personalità fraudolenta, aveva deciso di trarre ulteriori fonti di reddito occulto dalla gestione del complesso rimasto nelle sue mani, fittando un locale destinato a bar ad una malcapitata imprenditrice dell’area vesuviana, dalla quale era riuscito a farsi consegnare personalmente una caparra di 10mila Euro e 1.500 Euro di fitto mensili, in forza di una scrittura privata, nella quale aveva fatto figurare quale locatrice una persona inesistente".

 

 

 

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