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Cronaca Acerno

Arrestato Francesco Matrone, il superlatitante nel carcere di Ariano Irpino

Non ha opposto resistenza alla cattura e si è detto sorpreso del blitz dei carabinieri: Matrone ha chiesto che il figlio possa occuparsi dei suoi otto cani, che accudiva ad Acerno

Francesco Matrone ha trascorso la prima notte nel carcere di massima sicurezza di Ariano Irpino (Avellino), dopo la cattura avvenuta ieri mattina ad Acerno, nella zona dei monti Picentini. Con Matrone, capo indiscusso dell'omonimo clan operante già negli anni della Nuova Famiglia di Carmine Alfieri nel territorio scafatese e in quello dei comuni vesuviani, è finito in carcere anche un operaio idraulico-forestale di Acerno, ritenuto dagli inquirenti l'uomo che ha coperto la latitanza nel territorio dei Monti Picentini del noto boss.

Stamani nella sede del comando provinciale di Salerno i particolari della cattura sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il procuratore della repubblica di Salerno, Franco Roberti, Gianfranco Donadio della Procura Nazionale Antimafia, il sostituto della Dda di Salerno, Vincenzo Montemurro, il comandante della Legione Carabinieri Campania, generale Carmine Adinolfi, il comandante del Ros, generale Mario Parente, e il comandante provinciale dell'Arma, colonnello Fabrizio Parrulli.

"L'arresto di Matrone è l'ennesimo duro colpo inferto alla criminalità organizzata. Il nostro impegno resta sempre, però, l'efficace aggressione ai patrimoni delle organizzazioni criminali". E' quanto ha affermato il procuratore di Salerno, Franco Roberti, che ha sottolineato che le indagini continuano per individuare quanti hanno collaborato per coprire la latitanza del boss che sin dagli anni Ottanta aveva favorito l'espansione nel territorio salernitano della Nuova famiglia capeggiata da Carmine Alfieri.

Ma come si è arrivati a scoprire che Francesco Matrone si nascondeva ad Acerno? Secondo quanto emerso dalla conferenza stampa gli inquirenti, che già indagavano per risalire al latitante scafatese, hanno seguito i movimenti di una Fiat Panda che, partita da Scafati alla vigilia di Ferragosto, si era diretta appunto ad Acerno condotta da una donna. Ossia la moglie dell'uomo, trovata dai carabinieri nell'abitazione di Acerno durante il blitz che ha portato all'arresto del superlatitante.

Nella casa di Acerno i carabinieri hanno rinvenuto anche un fucile da caccia che il boss utilizzava nel corso delle sue battute. Ma vi era anche una pistola a salve modificata, in grado di esplodere proietti calibro 7,65. Rinvenute e sequestrate anche una quarantina di cartucce. Inoltre, è stata sequestrata anche una moto enduro che il latitante utilizzava molto probabilmente per i suoi spostamenti in montagna.

"Ma voi non stavate facendo i controlli nelle zone della litoranea?Come siete arrivati fin qui?" così si sarebbe rivolto Francesco Matrone ai carabinieri che lo hanno stanato. L'uomo si è mostrato meravigliato ma non ha opposto alcuna resistenza. Il particolare è emerso nel corso della conferenza stampa tenuta al comando provinciale dei carabinieri di Salerno. Matrone anche ha riconosciuto alcuni ufficiali del comando provinciale: li aveva visti in televisione ad operare nel corso dei controlli svolti per il ferragosto. Sulla casa, occultata nella vegetazione, campeggia infatti una parabola satellitare che consentiva al superlatitante di seguire l'informazione via etere.

Matrone, all'interno della villa di Acerno, si prendeva cura di otto cani, ai quali aveva dato da mangiare poco prima di essere arrestato dai carabinieri. Il latitante ha auspicato che suo figlio possa prendersi cura degli animali. "E' un risultato molto importante che corona l'azione dei carabinieri su tutto il territorio. Dal 1 gennaio di quest'anno sono 27 i pericolosissimi latitanti e ricercati catturati sull'intero territorio della Campania". E' quanto ha affermato nel corso della conferenza stampa il generale di divisione Carmine Adinolfi, comandante della Legione carabinieri Campania. "Ritengo che questo - ha aggiunto - è il fattivo lavoro investigativo che deve portare alla neutralizzazione del gruppi criminali operanti nella nostra regione".

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