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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Ascea

Class action contro carenza idrica ad Ascea, azione tutela dei vacanzieri

Ad annunciarla è un comitato di oltre 300 persone che ha dato mandato agli avvocati Angelo e Sergio Pisani di intervenire per chiedere un risarcimento danni alla Consac, società che gestisce il servizio idrico e alle istituzioni "che non riescono a controllare e garantire sicurezza e servizi nei mesi estivi"

Una "class action" per tutelare i diritti dei circa 40mila turisti in vacanza ad Ascea, nel Cilento, per la carenza di acqua potabile registrata negli ultimi giorni. Ad annunciarla è un comitato di oltre 300 persone che ha dato mandato agli avvocati Angelo e Sergio Pisani di intervenire per chiedere un risarcimento danni alla Consac, società che gestisce il servizio idrico e alle istituzioni "che non riescono a controllare e garantire sicurezza e servizi nei mesi estivi".

La richiesta

"Chiederemo alle autorità competenti - sottolinea Angelo Pisani, presidente dell'associazione Noi Consumatori - di accertare le cause della mancanza di acqua in piena estate e la verità sulle denunce in merito alla presenza di Eternit nelle condotte dell'acqua, oltre che l'immediata riunione di un tavolo per il controllo dell'ordine pubblico e fogli di via per chi delinque e molesta i turisti". "Da alcuni giorni - ricordano alcuni vacanzieri - ad Ascea Marina tutta la popolazione è senza acqua ed impossibilitata anche a cucinare e lavarsi. L'acqua rappresenta un bene primario, difficilmente reperibile in forma alternativa rispetto alla diretta erogazione". "Sono vari - ricorda Pisani - i modi per tutelare i propri interessi in caso di mancata fornitura di acqua. Per prima cosa è opportuno documentare accuratamente la durata del disservizio, effettuando anche una chiamata al servizio clienti in modo da avere una stima dei tempi di ripristino e confrontarli poi con quanto effettivamente accade. È molto importante tenere traccia e documentare, anche mediante fotografie, lo stato dei fatti e l'impossibilità di svolgere talune azioni della vita ordinaria, o, per le aziende, l'impossibilità di procedere con le lavorazioni o fornire servizi. Si pensi per esempio ad un bar, che senza l'acqua non potrebbe erogare buona parte dei suoi servizi, come la preparazione del caffè, e rimarrebbe paralizzato dall'impossibilità del lavaggio di bicchieri e stoviglie. La Corte di Cassazione ha stabilito che il fornitore del servizio è tenuto a risarcire i cittadini da tutti i danni che dovessero derivare da una mancata fornitura di acqua potabile, anche se questo fosse dovuto all'eventuale inquinamento prodotto da insediamenti industriali". 

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