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Cronaca Battipaglia

Battipaglia, la Corte d'Appello ribadisce: Campione è incandidabile

La Sezione Civile ha accolto il reclamo proposto dal Procuratore della Repubblica ritenendo valida la sussistenza di "elementi univoci e rilevanti della responsabilità dello stesso nello scioglimento del consiglio"

La Sezione Civile della Corte di Appello di Salerno ha accolto il reclamo proposto dal Procuratore della Repubblica e dall’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, dichiarando l’incandidabilità di Marco Benedetto Campione, già consigliere del Comune di Battipaglia sciolto, fino a pochi giorni fa, per infiltrazioni mafiose, ritenendo la sussistenza di “elementi univoci e rilevanti della responsabilità dello stesso nello scioglimento del consiglio” essendo “chiaramente ed incontrovertibilmente” emerso che l’uomo, nel periodo di svolgimento della carica elettiva, ha consentito al padre Antonio Campione, legato – ricorda la Procura in una nota ufficiale - alla criminalità organizzata, di “condizionare l’attività della pubblica amministrazione piegandola ai propri esclusivi e personali interessi, anche di natura delittuosa, cosi sostanzialmente compromettendo il buon andamento e la imparzialità che avrebbero dovuto, invece, caratterizzare l’operato dell’Ente Territoriale”.

Per pervenire a tale decisione, che ha ribaltato la pronuncia in primo grado adottata dal locale Tribunale con la sentenza 14 marzo 2016 reclamata dalla Procura e dall’ Avvocatura di Stato, la Corte di Appello ha valorizzato gli esiti di "numerose indagini svolte dagli inquirenti salemitani nei confronti di Antonio Campione in sede penale (per i reati di riciclaggio concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione ed usura, alcuni dei quali definiti con condanne o attualmente pendenti dinanzi al Tribunale) ed in sede di prevenzione, dai quali – come affermato dalla Corte di Appello – è risultato ampiamente provato il ruolo di prestanome svolto dal consigliere comunale per conto del padre, particolarmente allarmante specie se si considera che è stata ora definitivamente disposta l’assegnazione proprio al Comune di Battipaglia dei beni confiscati ai due uomini, il che rende ancor più evidente il pericolo di commistione tra le finalità che dovrebbero essere perseguite dall’Ente Territoriale e quelle che caratterizzerebbero invece l' operato di un amministratore pubblico che di tali beni è stato privato".

Non solo. Ma la Corte di Appello ha poi evidenziato una serie di ulteriori elementi dai quali è emersa una "gestione personalistica da parte del consigliere comunale delle funzioni di delegato alla Polizia Municipale ricoperte nel corso del suo mandato, poste in almeno due occasioni al servizio degli interessi del padre nell’ambito di una vicenda che lo ha poi visto condannato insieme alla moglie, madre di Marco Benedetto Campione, per il reato di estorsione tentata nei confronti di un ristoratore di Battipaglia". Con la stessa decisione, la Corte di Appello ha anche accolto il reclamo proposto dall’Avvocatura di Stato, dichiarando  l’insindacabilità del consigliere uscente Salvatore Anzalone.

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