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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Cani tortutati e uccisi a Capitello: intervengono gli animalisti, proprietario rischia fino a 2 anni

Gli animalisti: "Abbiamo lanciato una petizione per chiedere non solo pene più severe ma anche percorsi educativi che permettano alle persone, soprattutto le più giovani, di capire che la vita va rispettata. Sempre”

Maltrattati e uccisi, senza pietà: il 2020 si è chiuso all’insegna del sangue ad Ispani, dove due cani sono stati torturati e uno di loro è stato ucciso in località Torre Normanna a Capitello. La Lega Nazionale per la Difesa del Cane Animal Protection si unisce alla denuncia dei carabinieri, per maltrattamento e uccisione di animali, a carico del detentore dei poveri cani. L’uomo rischia fino a 2 anni di carcere che però, anche in caso di condanna, potrebbe non fare mai. 

La nota

Il dramma si è consumato negli ultimi giorni dell’anno appena trascorso in una baracca adiacente al terreno dove un tecnico veterinario, la dottoressa Nadia Bianco, dava da mangiare ai propri cani. In quel frangente, Nadia ha udito dei lamenti strazianti. I gemiti di dolore arrivavano dalla proprietà accanto. Senza indugiare, la donna ha scavalcato la recinzione ed è entrata, trovandosi di fronte una scena terribile: due cani erano legati con una catena assicurata con del filo di ferro. Uno di loro era già deceduto per asfissia. L’altro era in preda a degli spasmi e si divincolava disperato. 

Nadia lo ha liberato e ha poi sporto denuncia ai Carabinieri della stazione di Vibonati, in Cilento. Le indagini sono state molto celeri e hanno accertato che entrambi i cani erano di proprietà di una persona che vive poco distante dalla baracca in cui sono stati trovati i cani torturati. L’uomo è ora accusato di maltrattamenti e uccisione di animali.

Alla denuncia del tecnico veterinario si è quindi aggiunta quella di LNDC. Incalza Piera Rosati, presidente dell’associazione: “Questo è il grave difetto delle leggi attualmente in vigore contro i reati sugli animali. Sono decisamente troppo blande e le pene non sono adeguate a punire in maniera adeguata chi si macchia di questi crimini. Una vita è stata spezzata e un’altra segnata per sempre da un trauma impossibile da superare, ma la persona responsabile di tutta questa sofferenza potrebbe non scontare nemmeno un giorno di galera se è incensurata o grazie a riti abbreviati o altri cavilli”. 

L'appello

“Bisogna fare giustizia. È ora che il nostro Stato si doti di leggi che tutelino veramente tutti gli esseri viventi e senzienti e che puniscano davvero chi fa loro del male. Anche perché è ormai ampiamente dimostrato che questi soggetti sono pericolosi per la società dato che la crudeltà sugli animali è quasi sempre legata anche a comportamenti violenti verso le altre persone.

Abbiamo lanciato una petizione per chiedere non solo pene più severe ma anche percorsi educativi che permettano alle persone, soprattutto le più giovani, di capire che la vita va rispettata. Sempre”.

 

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