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Cronaca Capaccio

Camorra ed estorsioni, sequestrati i beni all'imprenditore Roberto Squecco

La Direzione Investigativa Antimafia di Salerno ha eseguito un provvedimento nei confronti dell' imprenditore pregiudicato, già operante nel settore delle onoranze funebri e affiliato allo storico clan camorristico “Marandino”

La Direzione Investigativa Antimafia di Salerno ha eseguito un provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Corte di Appello di Salerno, nei confronti di Roberto Squecco, imprenditore pregiudicato, già operante nel settore delle onoranze funebri e affiliato allo storico clan camorristico “Marandino”, tuttora attivo a Capaccio-Paestum e in altri comuni della Piana del Sele.

L'inchiesta

Il provvedimento scaturisce dal decreto di sequestro, per la confisca, dei beni riconducibili a Squecco (due società, un vasto complesso immobiliare, auto di lusso, rapporti bancari, per un valore di circa 3 milioni di euro), emesso dal Tribunale di Salerno-Sezione Misure di Prevenzione ed eseguito sempre dalla DIA il 20 marzo dello scorso anno, nei confronti di S.R. e di altre persone. Determinanti furono le indagini condotte, nel 2014, dalla Squadra Mobile della Questura di Salerno, al termine delle quali Squecco. venne arrestato, insieme ai vertici del locale clan camorristico “Marandino”, perché ritenuti organici ad un’associazione di tipo mafioso specializzata alle estorsioni messe in atto con il metodo mafioso. Il Tribunale di Salerno, inoltre, riscontrò significativi elementi di responsabilità a carico di Squecco. sia nella partecipazione all’organizzazione camorristica, sia nel tentativo di estorsione messo in atto da lui stesso nei confronti di un imprenditore locale, anch’egli titolare di una ditta di onoranze funebri, settore particolarmente delicato in cui il clan “Marandino” aveva deciso di investire per creare una sorta di monopolio nei territori di Agropoli e Capaccio-Paestum. L’uomo è stato condannato in primo grado, con pena ridotta in Appello e confermata di recente in Cassazione, per il reato di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Contro il decreto di sequestro era stato presentato ricorso in Appello. In particolare, anche sulla scorta di alcuni approfondimenti condotti dalla DIA, l’Autorità giudiziaria locale aveva evidenziato l’effettiva esistenza, nella disponibilità dell’imprenditore e con riferimento al periodo in cui poteva essere qualificata la sua “pericolosità sociale”, di altri beni. Al termine dell’udienza camerale, la Sezione delle Misure di Prevenzione della Corte di Appello di Salerno ha emesso il provvedimento patrimoniale di oggi, con cui ha disposto il sequestro della villa appartenente a Squecco e situata nel vomune di Capaccio-Paestum, per un valore di circa 800 mila euro. Con lo stesso provvedimento è stata anche disposta la restituzione alla coniuge delle partecipazioni societarie nella ditta di onoranze funebri con sede a Capaccio-Paestum, ma anche a S.R. del capitale sociale della O.n.l.u.s. a lui riferibile, operante nel settore dei servizi di trasporto mediante ambulanza con sede legale ad Agropoli. Al termine delle operazioni, tutti i beni sottoposti a confisca sono stati messi nella disponibilità dell’amministratore giudiziario, nominato dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata.

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