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Cronaca Capaccio

Capaccio, turisti derubati nei pressi degli scavi. "Ridateci almeno i vestiti"

Turisti derubati nei pressi dell'area archeologica. Le vittime si rivolgono ai ladri sui social: "Ridateci almeno i vestiti!". Grande sdegno ha provocato quanto capitato a danno delle auto di alcuni turisti, in visita agli scavi, provenienti da Modena

Turisti derubati nei pressi dell'area archeologica. Le vittime si rivolgono ai ladri sui social: "Ridateci almeno i vestiti!". Fa discutere, oltre a provocare sdegno, l'episodio capitato a danno delle auto di alcune persone, provenienti da Modena, parcheggiate lungo Via Porta Sirena, la strada che dalla stazione ferroviaria di Paestum conduce all’area archeologica. La disavventura è capitata ad una famiglia che si era fermata per una sola notte a Capaccio per ammirare i templi e il resto della zona archeologica. Ma durante la notte, un gruppo di ladri ha distrutto il vetro del lunotto posteriore della loro Ford Focus station wagon, portando via bagagli e una macchina fotografica. Sui social, il giorno dopo aver scoperto di essere stati derubati, lo sfogo della coppia

“Oggi io e mio marito ci siamo trovati nel vostro meraviglioso paese, dove dovevamo fermarci una notte; purtroppo, mentre nel pomeriggio stavamo riposando in hotel, ci hanno rotto il lunotto posteriore e portato via tutto, una valigia piena di vestiti, un borsone con scarpe, lenzuola, asciugamani e una macchina fotografica. Veniamo da Modena e siamo diretti in Sicilia, dove abbiamo i nostri figli in vacanza. Chiediamo a tutti voi se, per caso, ritrovaste una valigia azzurra e un borsone grigio, di avvisarci con un messaggio in privato su Facebook. Si tratta di abiti e scarpe, non di cose di valore, ma oggetti personali”: A firmarlo Giusy Pizzo, vittima del furto, che alla televisione StileTV ha poi dichiarato: “Devo ringraziare di cuore tutti coloro che si sono interessati alla vicenda, siete persone di cuore, sono anni che vengo a Paestum e in Campania proprio per la brava gente che ci vive, e non smetterò di certo, ma vedersi portare via tutto in questo modo è orribile, è come se ci avessero rubato l’anima; non punto certo a ritrovare la macchina fotografica con le foto dei miei bambini, ma se ritrovassimo almeno il minimo, almeno i vestiti…”.

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