Rapina alla Banca di Palomonte, il meccanico sceglie il silenzio
Era luglio del 2020 quando un uomo, ritenuto talpa della banca, si recò nell’attività commerciale dell'attuale indagato, quest’ultimo cliente dell’istituto bancario, per permutare la propria auto. Da lì la decisione di consumare un colpo alla banca
Il meccanico e rivenditore di automobili di Licinella indagato in concorso per la rapina alla Bcc di Palomonte ha scelto il silenzio, dinanzi al gip, per l'interrogatorio di convalida. L'uomo, 56enne di Capaccio, affronterà ora anche il ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere l'annullamento della misura cautelare.
L'accusa
Era luglio del 2020 quando un uomo, ritenuto talpa della banca, si recò nell’attività commerciale dell'attuale indagato, quest’ultimo cliente dell’istituto bancario, per permutare la propria auto. In quella circostanza confidò all’amico di avere problemi economici-finanziari. Stessi problemi pare avesse anche il meccanico, che propose all'uomo di consumare una rapina, insieme ad altri complici. Secondo gli inquirenti i riscontri a ciò arrivarono da una serie di incontri organizzati presso la rivendita di auto, tra i primi due e almeno altre tre persone, un venditore di legna, indagato ma estraneo alla rapina. Per lui il pm aveva chiesto l’arresto che il gip ha negato. Al centro dei summit, le modalità per mettere a segno la rapina con il sequestro del direttore della banca e del complice della "talpa". Poi la suddivisione del bottino: 50% agli esecutori materiali e la restante metà divisa tra ideatore e complici. La rapina, con sequestro del direttore della banca, fruttò al gruppo 110mila euro. Il colpo fu effettuato il 13 agosto 2020. Il gruppo rispondeva a vario titolo di concorso in rapina, sequestro di persona e lesioni personali. Solo con le indagini dei carabinieri della compagnia di Eboli, e le rivelazioni degli indagati si chiuse poi il cerchio sulla banda.