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Cronaca

Lotta al Caporalato, siglata intesa in Prefettura a Salerno

La prefettura di Salerno è capofila del progetto #L’inclusioneoltre finanziato dal “Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020” (Fami), gestito dal Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno ed istituito dall’Unione Europea

Il Prefetto di Salerno Francesco Russo, il sindaco del comune di Eboli Mario Conte, il direttore generale dell’Asl di Salerno Mario Iervolino, i presidenti delle associazioni di categoria Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori e Confagricoltura, i segretari provinciali della Cgil, Cisl e Uil e i presidenti delle associazioni “Cidis” onlus, “Arci” Salerno e del consorzio di cooperative sociali “la Rada”, hanno firmato stamattina, presso il Salone azzurro del Palazzo di Governo, due protocolli concernenti la “Gestione dell’accoglienza nel sistema dei Centri di Accoglienza Straordinaria dei migranti (Cas) a fronte dell’emergenza sanitaria Covid-19” e il “contrasto al fenomeno del caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura nella Piana del Sele”. La sottoscrizione dei due documenti, avvenuta nel rispetto delle vigenti disposizioni di contenimento del virus Covid-19, è il risultato di un fruttuoso e sinergico lavoro di squadra delle diverse componenti istituzionali impegnate nel settore della lotta allo sfruttamento della manodopera straniera.Il ministero dell’Interno è impegnato attivamente per prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura e il caporalato, anche attraverso un forte impulso a livello locale di iniziative che coinvolgano i territori, le organizzazioni della società civile e le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e delle imprese agricole.

I dettagli dell'iniziativa

La prefettura di Salerno è capofila del progetto #L’inclusioneoltre finanziato dal “Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020” (Fami), gestito dal Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno ed istituito dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere una gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, integrazione e rimpatrio.Il problema dello sfruttamento della manodopera straniera è particolarmente sentito nella provincia di Salerno, nello specifico nella Piana del Sele, polo produttivo in forte espansione divenuto uno dei più importanti del sud Italia, conosciuto anche a livello internazionale per l’eccellenza e la particolarità dei prodotti agricoli pronti all’uso. Il protocollo sul contrasto al caporalato nasce dalla consapevolezza che la problematica non può essere affrontata in modo esclusivamente repressivo, ma richiede la messa in campo di azioni preventive mediante le quali contrastare le attuali modalità di gestione della forza lavoro straniera da parte dei caporali, che sono responsabili dell’intermediazione di manodopera, del sottosalario, del lavoro nero e del controllo dei ritmi di lavoro. Si tratta mettere in campo un modello di inserimento socio-lavorativo dei lavoratori stranieri, veloce e legale, a partire dal reclutamento degli stessi (“white list” di lavoratori), dalla verifica dei requisiti sanitari e giuridici, fino al collocamento presso le aziende agricole del territorio aderenti al progetto.

Il commento

Il Prefetto Russo, nell’esprimere forte apprezzamento per le intese raggiunte, ha sottolineato che “soprattutto nell’attuale contesto di difficoltà economica dovuta ai forti rincari delle materie prime e all’evoluzione dello scenario internazionale, occorre lanciare un’importante sfida per la città di Salerno e l’intera provincia: mettere in campo attività legali capaci di soddisfare il complesso mercato del lavoro agricolo, istituendo modalità di accesso al mercato del lavoro lecite attraverso un luogo pubblico e controllato dalle Istituzioni dove si possano incontrare domanda e offerta di lavoro. Non bisogna dimenticare che il caporalato incide gravemente sulle aziende che scelgono di operare con manodopera regolare, limitandone di fatto la libera concorrenza con effetti molto negativi sulle attività medesime e che è responsabile anche del degrado delle aree urbane. In altre parole si tratta di rendere il rispetto della legalità la modalità ordinaria di comportamento, capace di attrarre chi lavora nel comparto agricolo”.

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