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Cronaca Castel San Giorgio

Un milione di euro nascosto nella scatola dei biscotti, Cassazione motiva il sequestro

La Cassazione ha ora depositato le motivazioni del rigetto del ricorso di un imprenditore di Castel San Giorgio, confermando in pieno i contenuti dell'indagine della Procura di Nocera Inferiore

Ci sono delle frodi carosello dietro la conferma del sequestro da 1 milione di euro effettuato dalla Finanza contro il padre di un imprenditore, titolare di un'azienda di Castel San Giorgio, attiva nel settore dei carburanti e della distribuzione. La Cassazione ha ora depositato le motivazioni del rigetto del ricorso, confermando in pieno i contenuti dell'indagine della Procura di Nocera Inferiore

Le accuse

Il denaro risultò da una perquisizione risalente allo scorso luglio, con i finanzieri che effettuarono il provvedimento ritrovando i contanti occultati in barattoli di vetro, scatole di biscotti e di scarpe e nascondigli domestici. Il ritrovamento fu fatto nella casa del genitore dell'imprenditore, con l’indagine avviata per ipotesi di reato, al momento, di ricettazione nei confronti del padre e di evasione fiscale mediante produzione di false fatturazioni per il figlio. «Il provvedimento impugnato con motivazione congrua e completa ha delineato il meccanismo evasivo delle cosiddette frodi carosello - scrivono i giudici della Cassazione -. Una motivazione rispetto alla quale la dedotta provenienza lecita del denaro nulla sposta sul piano dei presupposti applicativi della misura cautelare». La difesa dell'uomo sottolineava, invece, che i soldi erano legittimo incasso dei distributori: «Il sequestro della somma di denaro, che in tesi difensiva sarebbe l'incasso della società per la vendita di carburante, e dunque di denaro che le appartiene. In altri termini, la allegata provenienza del denaro sequestrato dalla vendita del carburante non vale a superare il reato dichiarativo di utilizzo nelle dichiarazioni fiscali di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti e dunque, il suddetto denaro è pur sempre qualificabile quale profitto del reato tributario e legittima il sequestro in funzione della confisca». E ancora:  «Il Tribunale del Riesame ha reso una motivazione compiuta, non apparente, essendo pienamente argomentato l'itinerario logico seguito dal giudice». I giudici della Cassazione ricordano che «il meccanismo delle frodi carosello si configura come un meccanismo fraudolento volto ad evadere l'imposta sul valore aggiunto, posto in essere attraverso una serie di operazioni commerciali aventi ad oggetto prestazione di servizi o cessione di merci con l'interposizione fittizia di società “cartiere” tra il venditore e l'acquirente finale, al fine di ottenere crediti di imposta ai quali corrispondono profitti anche molto elevati. L'operazione illecita, così, si realizza attraverso l'emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, con le quali si intendono quelle che riferiscono l'operazione a soggetti diversi da quelli effettivi. A questi soggetti diversi, le cosiddette società “cartiere”, è affidato il compito del "lavaggio" dell'Iva».

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