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Cronaca

Conflitto nel Caucaso, l’Associazione internazionale vittime del terrorismo scrive a Putin

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

“E’ tempo di verità sul conflitto nel Caucaso che non è riconducibile alla vetrina internazionale offerta alle frange estremiste dalle olimpiadi invernali, come Putin sostiene, ma ha profonde radici di malessere. Sento, inoltre, il dovere di esprimere Solidarietà ad Ella Kesaeva, responsabile dell’Associazione ‘La Voce di Beslan” notoriamente oggetto di persecuzione inaccettabile.

Così, Marco Falvella presidente dell’Aivit, l’Associazione internazionale vittime del terrorismo, alla luce dei recenti attentati di Volgograd, ha voluto inviare un messaggio al presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovič Putin. Marco Falvella, la cui famiglia ha vissuto come vittima il dramma degli anni di piombo , è presidente dell’Aivit, associazione internazionale vittime del terrorismo che è nata con lo scopo di onorare le vittime, al di sopra delle appartenenze, mantenendo sempre vivo il ricordo del loro sacrificio. L’AIVIT è portatrice di un progetto di educazione alla tolleranza contro la violenza per prevenire la cultura dell’odio politico e religioso che cresce tra le nuove generazioni nel mondo sotto la guida dei soliti “ cattivi maestri. Per questo motivo Marco Falvella, a nome dell’associazione, ha inviato un appello alla pacificazione nel Caucaso, inviando un messaggio al presidente Vladimir Putin.

Nella nota l’associazione chiede il perché della morte di tanti innocenti ed il perché le nuove leggi , volute dal governo Russo, inaspriscono la repressione cancellando ogni forma di libertà ed i diritti civili di quel popolo .Chiede, inoltre, il perché della persecuzione ai rappresentanti delle associazioni che si impegnano a tutela delle vittime del terrorismo come “La Voce di Beslan” In questo clima si cancellano le storie delle vittime che diverranno l’ennesimo buco nero che non consentirà di conoscere la verità alle future generazioni. Negare la possibilità di comprendere la verità su attentati e stragi che hanno colpito la Russia nell’ultimo decennio con centinaia di vittime innocenti non è accettabile. Nessun segnale di pacificazione o tentativo di comprendere le ragioni dei disagi che spingono i giovani al terrorismo proviene dal potere centrale russo, la risposta non è mai stata la costruzione di una società più giusta, ma è sempre più violenta in danno spesso di bimbi e donne inermi. Non è credibile che le ultime e sanguinose stragi di Volgograd siano fate solo perché un gruppo di estremisti si oppone alle olimpiadi invernali di Sochi. Sullo sfondo il conflitto tra sauditi e siriani tanto è vero che il leader dei servizi segreti sauditi Principe Bandar bin Sultan ha rivolto minacce a chi avesse continuato ad appoggiare il regime siriano di Bashar Assad. In questo quadro ha affermato che gli attentatori ceceni che minacciano le Olimpiadi di Sochi, “sono sotto il

nostro controllo”. L’associazione chiede nella nota come è ricostruita alle giovani generazioni dalle parti in conflitto la lunga scia di sangue e di stragi in Russia ed in particolare la strage compiuta da fondamentalisti islamici e separatisti ceceni che, tra i 1° e il 3 settembre del 2004, nella Scuola di Beslan hanno ucciso 334 innocenti di cui 186 bambini, cercando inoltre, di accreditare la strage a svariate versioni inammissibili. L’associazione ha ricordato, inoltre, gli attentati kamikaze alla stazioni della metropolitana di Mosca che il 29 marzo 2004 con 43 vittime innocenti; l'attentato al treno Nesvky Express del 27 novembre del 2004 dove persero la vita 27 persone; le 127 vittime dell’ottobre 2004 brutalmente assassinate da un agente chimico pompato all'interno del sistema di ventilazione dell'edificio, come sembra dagli uomini dei corpi speciali russi della Spetsnaz, sia pure per contrastare il sequestro di oltre 800 persone tenute in ostaggio da terroristi ceceni, nel Teatro Dubrovka di Mosca. La catena di orrore è continuata con l’attentato all'Aeroporto di Mosca-Domodedovo il 21 gennaio 2011 con 37 vittime e le 240 vittime degli attentati del settembre 1999 , in quella occasione vennero prese di mira, con attacchi dinamitardi, palazzine di Mosca e Volgodonsk abitate in prevalenza da familiari di militari russi .Su quest’ultimo attentato vi sono delle riserve sulla scorta delle informazioni che vedono la contrastante teoria di colpevolezza. Da una parte le autorità russe, in primis l’allora Presidente Boris Eltsin,che accusarono degli attentati i separatisti ceceni dall’altra, alcuni politici statunitensi tra i quali il magnate russo Boris Berezovsky e il senatore John McCain, che sostennero che gli attentati erano stati preparati dai servizi segreti russi con lo scopo di scatenare una campagna contro i separatisti ceceni per giustificare la successiva invasione della Cecenia. Quale realtà si cela dietro a tante congruenze! Il Presidente dell’Aivit ha proseguito affermando che non si può proibire di conoscere la storia ai giovani facendo tacere i familiari e le madri e le mogli di molte delle vittime .Il silenzio al quale sono costrette è, però, assordante , ma resta senza una verità. Il Presidente, infine, ha dichiarato:

“ L’Italia ha avuto il terrorismo e lo Stato non è stato inerme , ma comunque non si è comportato in maniera così brutale nei confronti dei terroristi”.

Il presidente dell’Aivit ha, poi, voluto inviare un messaggio di vicinanza a Ella Kesaeva responsabile della ‘La Voce di Beslan’, madre di una delle vittime della strage di Beslan.

L’Aivit, per riportare il dialogo e la verità, sta valutando la possibilità di organizzare il sesto congresso internazionale in ricordo delle vittime del terrorismo, riunendo i rappresentanti di associazioni e familiari, proprio in Russia e con molte probabilità proprio nella Città di Beslan in Ossezia del Nord.

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