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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Cava de' Tirreni

Condizioni incompatibili con il carcere, il "boss" Bisogno proclama lo sciopero della fame

Dallo scorso 22 giugno si trova nel carcere di Fuorni, dove era finito a causa della revoca dei domiciliari decisa lo scorso 9 aprile. La decisione fu presa dal tribunale di Bologna

Sciopero della fame per il "boss" Mario Bisogno, ex capo del clan omonimo ed ergastolano, con un passato nella Nuova Famiglia tra gli anni 80 e 90 a Cava de' Tirreni. Dallo scorso 22 giugno si trova nel carcere di Fuorni, dove era finito a causa della revoca dei domiciliari decisa lo scorso 9 aprile. La decisione fu presa dal tribunale di Bologna

Il caso

Secondo il suo avvocato, il 74enne rischia gravi ripercussioni sulla sua salute. Stando a quanto denuncia, all'uomo non verrebbe più somministrata la terapia d'ossigeno che praticava ai domiiciliari. Non riceve medicinali per placare i dolori che sono il risultato di un tumore galoppante. E nonostante le richieste del suo avvocato, dai sanitari del carcere non è stata eseguita alcuna relazione sul suo stato di salute, incompatibile con il regime carcerario, come recita la sua cartella clinica. Una circostanza sulla quale invece il tribunale di Bologna non si uniformò, riportando l'uomo in carcere, perchè risultato compatibile con le cure da svolgere in quel regime specifico. Il 20 luglio scorso Bisogno fu trasferito al Ruggi per un malore. Da tempo ha un'invalidità civile del 100% e vive su una sedia a rotelle. Il 73enne ha inoltre problemi di vista e di natura respiratoria. Sta scontando due ergastoli oltre ad una condanna a 30 anni. Nel suo casellario giudiziario ci sono diverse condanne in passato, anche per associazione di stampo mafioso. Dietro le sbarre c'era finito dopo un ricorso della Procura generale, che aveva sottolineato la "pericolosità sociale" del detenuto, con la perdurante "attività dell'associazione" ritenuta egemone ancora oggi. L'uomo ha deciso di protestare, iniziando uno sciopero della fame e della sete, per evidenziare il trattamento che gli sarebbe stato riservato con il suo ritorno a Fuorni. Riguardo la sua invalidità, inevce, rischia un processo così come chiesto dalla Procura di Nocera Inferiore, per truffa aggravata ai danni dello Stato. L'uomo, in sostanza, avrebbe beneficiato di due pensioni di invalidità, senza averne i requisiti.

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