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Cronaca Cava de' Tirreni

Cava de' Tirreni, lo rincorse fino in chiesa per ucciderlo: condannato a 5 anni

La lite tra due vicini di casa per poco non finita in tragedia. Dopo essere stato denunciato dal vicino (morso dal suo cane), l'uomo irruppe in casa sua, tentando di colpirlo con un coltello. Poi lo rincorse in Chiesa, prima di essere arrestato

Lo aveva rincorso fino all’interno di una chiesa, dopo l’ennesimo litigio, armato di coltello e una noccoliera nascosta nei pantaloni. Ieri il giudice lo ha condannato a 5 anni e 3 mesi di reclusione. La procura aveva chiesto una condanna ad 8 anni. La sentenza di primo grado è stata emessa ieri pomeriggio dal collegio presieduto dal giudice Domenico Diograzia, nei confronti di un 48enne di Vietri sul Mare, G.L. , processato per il tentato omicidio del suo vicino di casa. I fatti risalgono al 17 ottobre 2015, ma per capire la natura dei rapporti tra i due bisogna risalire ad un paio di mesi prima. A maggio, quando il cane dell’imputato aveva mollato un morso al suo vicino, un 30enne. Circostanza che costò una denuncia a L. I rapporti tra i due si erano da allora incrinati, fino a quel 17 ottobre, quando l’imputato raggiunse il vicino in casa, colpendolo prima alle spalle e poi in faccia. Con se aveva un coltello con lama di 12 centimetri e una noccoliera. La vittima riuscì a scansare i fendenti, per poi fuggire in strada.

Tutto questo avvenne alla presenza del figlio della vittima, di soli 3 anni. L’uomo si diresse a gran velocità nei pressi della chiesa del Santissimo Salvatore, ma notò che l’uomo lo aveva rincorso, urlandogli contro minacce di morte: «Ti devo uccidere». Questo quanto fu verbalizzato dalla polizia. La vittima trovò rifugio in chiesa, aiutato dal parroco che lo nascose nella sacrestia. Il sacerdote stava celebrando la messa, che dovette interrompere complice il gran spavento dei fedeli presenti all’interno. G.L. aveva cercato di aprire la sacrestia, colpendo la porta con calci e pugni. Dopo aver desistito, la polizia raggiunse il 48enne in casa sua per le verifiche del caso. In precedenza, avevano già parlato con la vittima, che riportò lesioni da taglio al cuoio capelluto e al volto, giudicate guaribili in 10 giorni. Nel tentativo di arrestarlo, un agente fu colpito al volto con un pugno e un calcio. Anche per lui, furono necessari cinque giorni di prognosi. Ieri è giunta la condanna in primo grado, con interdizione perpetua dai pubblici uffici.   

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