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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cava de' Tirreni

Dal Nord al Sud per lavorare, poi l'inganno e la violenza: condannato imprenditore

Si è chiuso ieri in primo grado, con una condanna per violenza sessuale a 3 anni e 4 mesi, il processo nei riguardi di un imprenditore di Sarno.

Dal Nord per trovare lavoro, ma una volta nel salernitano, a Cava, fu molestata sessualmente e minacciata dall’uomo che le aveva promesso un lavoro. Si è chiuso ieri in primo grado, con una condanna per violenza sessuale a 3 anni e 4 mesi, il processo nei riguardi di un imprenditore di Sarno. La vittima aveva 19 anni, all'epoca dei fatti, dicembre 2013. La Procura aveva chiesto 7 anni, mentre la difesa l'assoluzione, sottolineando buchi d'indagine e diverse contraddizioni nel racconto della giovane

La storia

La ragazza arrivò in treno per effettuare una settimana di prova per un lavoro nell’azienda di famiglia dell’uomo. Era stato proprio lui a convincerla a trasferirsi e le aveva anche detto che per quella prova di una settimana le avrebbe messo a disposizione un appartamento a Cava. Dopo aver accolto la giovane e spiegato quello che avrebbe dovuto fare, l'uomo la condusse nell’appartamento di Cava de’ Tirreni dove avrebbe cominciato ad approcciare sessualmente con la ragazza, con le mani nelle parti intime e sul corpo, fino a strapparle vestiti, viste le resistenze della giovane, decidendo infine di puntarle un paio di forbici al collo. Lei riuscì a liberarsi e a uscire dall’appartamento. In uno stato pietoso, spaventata, raggiunse a piedi la stazione ferroviaria alla ricerca di un treno e fu notata da alcuni agenti della Polfer che si offrirono di portarla in ospedale. Ma lei rifiuto, raccontando per sommi capi quanto le era accaduto. Poi salì su un bus per Potenza. La difesa, nella sua arringa, aveva evidenziato diverse e presunte storture nel racconto della ragazza, come le contraddizioni rispetto alla denuncia, il non ricordare di aver preso un passaggio da un uomo, dimenticando le forbici come arma di minaccia e le dimensioni dell'auto dell'uomo. Inoltre, le indagini avrebbero dimostrato come i graffi al collo della ragazza non furono notati dagli agenti della Polfer, ma solo in alcune fotografie successive, nè che fu mai provato che l'uomo si trovasse a Cava quel giorno. Sono 30 i giorni previsti, ora, per il deposito delle motivazioni

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