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Cronaca Cava de' Tirreni

Travolto da un albero, la famiglia di Mollo contro l'archiviazione dell'inchiesta: "Lo hanno ucciso di nuovo"

La famiglia, incredula, ha scritto una lettera molto dura chiedendo nuove indagini. Così come fatto dall'avvocato della famiglia Mollo, con una memoria difensiva discussa dinanzi al gip, in camera di consiglio, lo scorso 27 aprile

Travolto e ucciso da un albero a 61 anni, a Cava de' Tirreni: per la Procura di Nocera l'indagine sulla morte di Gioacchino Mollo, oculista in pensione di Torre Annunziata, il caso va archiviato. La famiglia, incredula, ha scritto una lettera molto dura chiedendo nuove indagini. Così come fatto dall'avvocato della famiglia Mollo, con una memoria difensiva discussa dinanzi al gip, in camera di consiglio, lo scorso 27 aprile

La lettera

"Chiediamo giustizia - si legge in una lettera i cui contenuti sono stati letti in chiesa dalla famiglia del medico - per aver cancellato una vita che per noi aveva un valore inestimabile. Nel novembre 2020 viene presa la decisione di abbattere 44 esemplari, due dei quali nella stessa villa comunale, risultati instabili e pericolosi per l'incolumità pubblica. Molti di questi alberi a dicembre 2019 erano stati considerati non pericolosi e a novembre sono stati reputati da abbattere. All'archiviazione del caso ci opponiamo fortemente perché si indaghi a fondo su quanto accaduto. Confidiamo nella decisione del giudice per la prosecuzione delle indagini e per l'accertamento della verità. Oggi urliamo "vergogna" perché non si può morire mentre si passeggia per strada. Chi doveva vigilare sulla nostra sicurezza ha omesso di fare il proprio dovere, oppure l'ha svolto in modo carente e superficiale"

Il consulente della Procura nominato per verificare lo stato di salute del pino secolare spiegò che era raccomandabile l'abbattimento. Anni prima, i comitati cittadini avevano sollecitato le amministrazioni comunali di Cava sulla pericolosità di alcuni alberi, specie dopo il crollo avvenuto in piazza "Borsellino Falcone". Il 6 febbraio 2020 l'albero che si trovava in villa comunale piegò il cancello in ferro, finendo sul medico, che passeggiava all'esterno, insieme al suo cane. Per lui non ci fu scampo. Il processo in sede civile è in corso, ma per l'autorità giudiziaria non vi sarebbero responsabilità di natura penale. Non per la famiglia, che ha invece chiesto al gip indagini integrative per individuare eventuali colpevoli. "La chiamano fatalità - dicono i famliari - ma io e te lo sappiamo, tutte le persone con una coscienza e un senso di giustizia sanno che a farlo cadere è stata solo l'incuria. Abbiamo chiesto di conoscere i responsabili di questa tragedia, come ogni cittadino che crede nelle istitutizioni; ci siamo aggrapati alla giustizia, alla speranza di essere in un mondo dove i colpevoli sono riconosciuti e perseguiti, dove la vita umana ha il valore che merita, dove i rappresentanti della legge con tenacia, professionalità e coscienza, indagano a fondo per la ricerca della verità. La ricihesta di archiviazione ti uccide per la seconda volta, in un modo ancora più crudele"

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