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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Cava de' Tirreni

Ragazza di Cava morì a 17 anni dopo intervento al cuore: Coscioni a processo

La Procura di Salerno accusa di omicidio per colpa medica il consigliere del governatore De Luca e un altro chirurgo del "Ruggi d'Aragona"

Dovranno difendersi in un processo il primario del reparto di Cardiochirurgia del Ruggi d’Aragona – nonché consigliere per la Sanità del governatore De Luca e presidente dell’Agenas – Enrico Coscioni e il collega chirurgo, A. L, imputati in concorso di omicidio per colpa medica. Sono accusati dalla Procura di Salerno della morta di Lucia Ferrara, la ragazza di 17enne di Cava de’ Tirreni deceduta nel settembre del 2019, presso l’azienda ospedaliera universitaria di Salerno, dopo un intervento chirurgico. Martedì il Gip Scermino, al termine dell’udienza preliminare, ha accolto la richiesta del pm Cincada rinviando a giudizio i due medici e anche il Ruggi per l’eventuale risarcimento dei danni.  La prima udienza è in programma il prossimo 15 giugno. 

La storia 

Era il 18 agosto 2019, quando la ragazza fu accompagnata dal padre in ospedale a Cava. La giovane doveva essere visitata al cuore, con una serie di accertamenti disposti nei tre giorni di ricovero nell'ospedale metelliano. Poi il trasferimento a Salerno. In sala operatoria la ragazza entrò il 29 agosto. Dopo l'operazione era previsto il trasferimento in terapia intensiva, ma la ragazza restò nel precedente reparto per più ore, fino alle 20, quando le sue condizioni si aggravarono. Nei giorni successivi le condizioni - secondo le indagini - si sarebbero stabilizzate, poi il 3 settembre la corsa in sala operatoria, nuovamente. Fino al decesso, comunicato ai genitori, che decisero di sporgere denuncia, sottolineando che più volte erano stati rassicurati dai medici, in particolare dal primario che operò la ragazza. Stando alle accuse della Procura, i due medici avrebbero omesso di svolgere una "indagine strumentale preparatoria finalizzata alla valutazione anatomica delle arterie coronarie", prima di eseguire l'intervento chirurgico. Durante l'operazione, vi sarebbe stata una "errata manualità chirurgica" che provocò "l'occlusione iatrogena dell'arteria circonflessa responsabile dell'infarto acuto del miocardio". Infine, i due avrebbero omesso di gestire in maniera corretta l'evento che da li a poco si generò. 

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