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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Cava de' Tirreni

Scambio elettorale politico-mafioso, ribaltone in Appello: 5 anni a Polichetti

La Corte d’Appello di Salerno ha ribaltato il verdetto di primo grado del tribunale di Nocera Inferiore riconoscendo l’esistenza del clan camorristico dei Zullo e quindi i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di scambio elettorale politico-mafioso che sarebbero stati messi in atto in occasione delle elezioni comunali del 2015

Colpo di scena nel processo che, tra gli altri, vede imputato l’ex vice sindaco di Cava de’ Tirreni Enrico Polichetti. La Corte d’Appello di Salerno, infatti, ha ribaltato il verdetto di primo grado del tribunale di Nocera Inferiore riconoscendo l’esistenza del clan camorristico dei Zullo e quindi i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di scambio elettorale politico-mafioso che sarebbero stati messi in atto in occasione delle elezioni comunali del 2015. 

Il processo

Nel mirino dei giudici anche Polichetti, giudicato colpevole a 5 anni di carcere per l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Polichetti, fedelissimo del primo cittadino Vincenzo Servalli ed assolto in primo grado di giudizio, era stato accusato da un pentito, Giovanni Sorrentino, di aver coinvolto, con la complicità del funzionario comunale Angelo Trapanese - anche lui assolto in primo grado con formula piena (assoluzione confermata in secondo grado) - il clan Zullo nell’organizzazione della festa della Pizza svoltasi a Cava nel 2016. E, soprattutto, di essere stato aiutato elettoralmente dal medesimo gruppo criminale in occasione della campagna elettorale del 2015. Polichetti, che all’indomani dello scandalo si dimise subito dalla carica di vice sindaco, ha sempre sostenuto la sua innocenza e la sua totale estraneità ai fatti. Il politico cavese - che ora probabilmente farà ricorso in Cassazione - è stato assolto, invece, dall’accusa di abuso di ufficio. 

I giudici della Corte d’Appello hanno riqualificato le condanne per il gruppo criminale condannando Dante Zullo a 24 anni e 10 mesi di reclusione; Vincenzo Porpora a 14 anni; Geraldine Zullo a 15 anni e 6 mesi; Carmela Lamberti a 10 anni e due mesi, con revoca della sospensione della pena e confisca dei beni; Carlo Lamberti a 10 anni e 4 mesi con confisca dei beni; Antonio Di Marino a 10 anni e 6 mesi; Antonio Santoriello a 14 anni; Vincenzo Zullo a 10 anni. 

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