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Cronaca Cava de' Tirreni

Costrinse al suicidio il titolare di un bar: arrestato usuraio a Cava

L'uomo è destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere e accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, intestazione fittizia di beni, attività di erogazione di finanziamenti in assenza di autorizzazione e trasferimento fraudolento di valori

Nel corso della mattinata i carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, emessa dal Gip di Salerno su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di Gennaro Ferrara, destinatario di custodia cautelare in carcere e accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, intestazione fittizia di beni, attività di erogazione di finanziamenti in assenza di autorizzazione e trasferimento fraudolento di valori. 

L’inchiesta

Il provvedimento si basa su gravi indizi di colpevolezza acquisiti dai militari del Nucleo Investigativo di Salerno nell’ambito delle indagini, avviate nel novembre 2019, per valorizzare precedenti accertamenti patrimoniali e documentali svolti dalla Sezione D.I.A. di Salerno sul conto della famiglia Ferrara. Si è reso necessario acquisire elementi in grado di chiarire le esatte circostanze relative all'acquisizione da parte loro del bar annesso al distributore di carburanti "IP" (ex "Total Erg"), situato a Cava de' Tirreni in via XXV luglio, il cui precedente proprietario si era suicidato, il 28 luglio 2015, a causa dei numerosi debiti. Gli esiti delle indagini hanno permesso di riscontrare come la vittima avesse instaurato con Gennaro Ferrara un rapporto di natura usuraria, la cui mutazione in forma estorsiva aveva nel tempo imposto il passaggio dell'attività alla famiglia di quest'ultimo, i cui componenti risultano tutti co-indagati per l'intestazione fittizia delle connesse attività imprenditoriali. Sono infatti emerse due pattuizioni in favore di Gennaro Ferrara, che hanno determinato l’estromissione del precedente imprenditore dall’attività commerciale.

La prima in forma di contratto dai connotati talmente vessatori da rendere palese l’assoluta irragionevolezza sotto il profilo economico, infatti per effetto di tale accordo la vittima si assumeva tutti i rischi d’impresa e i relativi debiti, mentre l’80% degli utili veniva attribuito al Ferrara. A seguire vi era stata poi la stipula di una scrittura privata, con la quale il proprietario si impegnava a cedere definitivamente l’attività commerciale al Ferrara, in cambio del versamento di 250 euro mensili, fissando quale termine la morte di una delle due parti, evento che si è verificato a distanza di pochi mesi con il suicidio della vittima. Nell'ambito dell'operazione si è dato inoltre avvio all'esecuzione dei seguenti sequestri finalizzati alla confisca: la complessiva somma di 90.500 euro, anche per equivalente; l'attività bar/pasticceria/tabacchi annessa al distributore di carburanti "Ip" sito in via XXV luglio n.60 a Cava de' Tirreni; le quote societarie delle società "Tm distributori s.a.s." e "Peccati di gola s.a.s.". Nel medesimo contesto investigativo sono emersi a carico di Gennaro Ferrara altri episodi di illecita erogazione di somme di denaro a terzi, per le quali lo stesso percepiva interessi senza alcun titolo autorizzativo all'esercizio di attività finanziarie. Gennaro Ferrara, già condannato per il reato di associazione mafiosa, risulta essere stato sin dalla fine degli anni ’90 componente del clan “Bisogno” di Cava de’ Tirreni, continuando ad intrattenere abituali frequentazioni con pericolosi pregiudicati dell’agro nocerino-sarnese. 

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