Mare e turismo: divieto di balneazione a Cetara e filo spinato a Trentova
Dalla consultazione del sito dell'Arpa Campania risulta che parte delle acque antistanti il Comune di Cetara (dalla radice del molo di Levante alla piaggia del Lannio) non sono balneabili
Dal Cilento alla Costiera, diventa sempre più difficie tuffarsi in acque cristalline per godere degli ultimi "bagni" della stagione estiva. Per iniziare, da Ferragosto è scattato il divieto di balneazione a Cetara, meta di innumerevoli amanti del mare in cerca di acque limpide.
“Dalla consultazione del sito dell’Arpa Campania risulta che parte delle acque antistanti il Comune di Cetara (dalla radice del molo di Levante alla piaggia del Lannio) non sono balneabili per il superamento dei valori limite dei parametri microbiologici presi in considerazione dalla predetta Agenzia Regionale- si legge dall'ordinanza comunale - l'Ente ha richiesto all’ASIIA l’effettuazione in via d’urgenza di analisi per il controllo delle acque antistanti il territorio comunali, con particolare riferimento alla spiaggia centrale e il tratto di mare fino alla spiaggia del Lannio inclusa, nonché ogni altro utile accertamento, compreso l’ispezione della parte intubata del torrente Cetus, finalizzato alla verifica di eventuali sversamenti abusivi di fogne".
Brutto colpo, questo, per i bagnanti della Divina. Intanto, spostandosi in Cilento, continua la battaglia di Fareambiente sulla questione "Trentova-Tresino" che verrà discussa il 19 agosto, alle 21, presso Palazzo Pepe in occasione del convegno “Etica e Legalità”, in cui verrà anche presentato il libro di Giovanni Conzo e Giuseppe Grimaldi “Mafie, la criminalità straniera alla conquista dell’Italia”. Il presidente del Movimento ecologista europeo Fareambiente, Vincenzo Pepe, ed il coordinatore Fareambiente dei Comuni del Cilento, Giuseppe Colopi, punteranno i riflettori sull’istallazione di chilometri di filo spinato e di cancelli all’interno dell’area protetta: "Tale situazione, data la sua gravità ed urgenza, è stata già da tempo denunciata da Fareambiente presso le Autorità competenti ed accompagnata da una serie di comunicati stampa pubblicati su siti internet e quotidiani di informazione", spiegano gli ambientalisti.
