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Cronaca

Clinica del Sole, la Cgil: "Contratti di lavoro a ribasso, intervenga la Regione"

Le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative chiedono la messa al bando dei contratti sottoscritti da datori di lavoro e sindacati compiacenti, nonchè un contratto unico di settore "che superi ogni discriminazione"

"Non c’è bisogno di scomodare alcuno per ribadire un concetto che è semplice e fin troppo scontato: la qualità e la quantità di lavoro deve essere equamente retribuita, indipendentemente da dove si esplica. La vicenda del cosiddetto dumping contrattuale nella sanità privata accreditata campana è sintomatico di un lavoro di demolizione di questo principio democratico, con buona pace dei difensori del liberismo a tutti i costi". E' quanto osservato in una nota dal segretario della Cgil, Arturo Sessa. "Oggi uno stesso professionista dipendente, per la stessa prestazione nel settore sanitario, con  lo stesso titolo professionale, per la medesima qualità lavorativa può percepire il 100% della retribuzione dovuta, il 90%, l’80% e addirittura il 50%, a seconda del contratto applicato. Definire sconcertante questa situazione è forse poco. Invece va definita vergognosa l’azione della Regione Campania che prima obbliga ad adottare il CCNL AIOP-ARIS-DON GNOCCHI e poi lascia che ogni struttura sanitaria si regoli a proprio piacere, consentendo la riduzione di retribuzioni orarie, l’incremento degli orari di lavoro, la riduzione di diritti", scrive Sessa. 

 

"A fine dicembre 2014, con DCA n. 154, la Regione Campania, a gestione Caldoro, realizza un disegno squalificante: con un solo colpo di penna, annulla le norme contenute nella DGRC n. 6757/96 che obbligavano i centri di riabilitazione ad utilizzare il CCNL AIOP-ARIS-DON GNOCCHI. Eppure -precisa il segretario - si trattava di un protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione, Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, Associazioni datoriali. Non può una sola parte derogare da essa da un giorno all’altro in maniera unilaterale e indiscriminata. In quella delibera c’erano impressi e codificati diritti e doveri degli attori del settore privato accreditato della riabilitazione. C’era un assunto fondamentale: la qualità delle prestazioni da erogare va raggiunta anche con il rispetto dei lavoratori". Le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative, dunque, chiedono la messa al bando dei contratti sottoscritti da datori di lavoro e sindacati compiacenti, nonchè un contratto unico di settore che superi ogni discriminazione. "La Regione ci chiami: sapremo fare la nostra parte. Se non ci chiamerà, i lavoratori sapranno comunque fare la loro parte. Perché non è possibile assistere inerti alla demolizione dello stato dei diritti", concludono dalla Cgil.

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