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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Restiamo aperti senza tutele e, alla fine, chiudiamo per Covid senza aiuti": l'urlo di commercianti e gestori salernitani

Non soddisfa, inoltre, il “Fondo per il rilancio delle attività economiche”, istituito presso il Mise a sostegno del commercio al dettaglio, con aiuti sottoforma di contributo a fondo perduto per le imprese che abbiano subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019

"Ci consentono di restare aperti e lavorare, ma non tutelano la nostra salute. Così, uno ad uno, a settimane alterne, ci stiamo contagiando tutti e siamo costretti ad auto-sospendere le nostre attività: chi ci rimborsa tale chiusura forzata per isolamenti e quarantene?".

Questo il quesito unanime giunto alla nostra redazione da parte di numerosi commercianti e gestori di locali salernitani che, direttamente o indirettamente, stanno venendo in contatto con il Covid-19 e che, anche in caso di asintomaticità, ovviamente, devono abbassare le saracinesche, senza ottenere supporti dal Governo. "Illudendoci di farci lavorare in sicurezza, con l'accesso consentito solo ai possessori del super green pass (nonostante ormai sia acclarato che possano contagiarsi vaccinati e non vaccinati seppur con sintomi meno importanti per i primi), ci hanno apparentemente risparmiato il lockdown, ma la verità è che, come è possibile constatare osservando le tante saracinesche abbassate senza apparente giustificazione, quelle chiusure, la maggior parte di noi, è costretto comunque a praticarle. Senza ristori, però, perchè non siamo in lockdown", incalza un ristoratore che ha dovuto sospendere la sua attività per una positività nello staff.

Il Fondo che non convince

Non soddisfa, inoltre, il “Fondo per il rilancio delle attività economiche”, istituito presso il Mise a sostegno del commercio al dettaglio, con aiuti sottoforma di contributo a fondo perduto per le imprese che abbiano subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019. "Il fondo contempla perdite di fatturato dello scorso anno, ma le chiusure che stiamo affrontando ora, nel 2022, non ce le rimborsa nessuno e saranno sempre di più, in quanto abbiamo capito che lasciarci aperti senza protocolli di sicurezza efficaci e senza ristori già programmati, significa, ancora una volta, abbandonarci al nostro destino", continuano gli esercenti. In effetti, come è noto dai dati ufficiali, per essere davvero covid free, un ambiente al chiuso dovrebbe contemplare tamponi con esito negativo per chiunque vi acceda. Ma, al momento, nessuno screening del genere è previsto, nè restrizioni particolari mirate, se non per i non vaccinati ai quali, anche da negativi, non è consentito l'accesso in bar e ristoranti, al chiuso o all'aperto che sia. Scelta, questa, che trova ragione nella spinta verso la vaccinazione, ma non nel contenimento del contagio in senso stretto, in quanto, come è noto, le varianti stanno interessando anche molti vaccinati. Vaccinati che, in occasioni di contatto ravvicinato e non protetto (senza mascherina ndr) al chiuso, potrebbero facilmente contrarre il virus, se si continua a far a meno di screening costanti finalizzati a garantire, ad esempio, che davvero in un tavolo di un locale siedano solo commensali negativi e non, magari, asintomatici potenziali vettori del contagio. 

L'appello

"Screening gratuiti per vaccinati e a pagamento per non vaccinati e accesso in ogni attività a tutti i negativi": questa la richiesta dei commercianti che chiedono al Governo misure realmente efficaci contro il contagio, oltre che supporti mirati per quegli esercenti che, colpiti dal Covid, siano costretti a sospendere le proprie attività per isolamento o quarantena.
 

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