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Cronaca Nocera Inferiore

Nuceria, Citarella confessa: "Ho usato prestanomi per poter lavorare"

Citarella: "Sono stato costretto a usare dei prestanomi perché sono perseguitato dallo Stato e a causa dell'interdittiva non potevo più lavorare"

Ha ammesso le sue responsabilità, Giovanni Citarella, nel lungo interrogatorio di ieri. "Sono stato costretto a usare dei prestanomi perché sono perseguitato dallo Stato e a causa dell’interdittiva non potevo più lavorare".

Ha confessato, dunque: dalla corsia preferenziale con le banche, alla conoscenza con uno dei clochard romani che gli avrebbe ceduto i dati anagrafici degli altri. Al patron della Nocerina, rinchiuso da venerdì pomeriggio nel carcere di Sala Consilina, viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla emissione di fatture false ed al trasferimento fraudolento di valori. Secondo quanto emerso dalle indagini, insieme al fratello e al cognato, Citarella elargiva pagamenti in nero ai giocatori della squadra di calcio della Nocerina, mediante la creazione di società fittizie, evadendo il fisco.

“Ho organizzato tutto io, Christian e Alfonso non c’entrano niente”, ha intanto sottolineato Citarella, come riportato da Metropolis. Il gip Scermino ha, quindi, interrogato Christian Citarella, il fratello minore di Giovanni che ha negato ogni cosa: come riportato dallo stesso quotidiano, questi ha riferito di non sapere nulla degli affari di Giovanni, "di aver scelto un’altra strada e di aver lavorato a nord per tanti anni con le sue imprese".

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