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Cronaca

"Prego, favorisca un documento": al via il monitoraggio anti-Covid nei locali, gestori divisi

Abbiamo ascoltato i titolari di pub, pizzerie e ristoranti salernitani: ecco la loro opinione sulle nuove misure anti-Covid per i clienti

"Prego, favorisca un documento": a doverlo chiedere, non più solo gli operatori delle forze dell'ordine, ma adesso anche il personale di pub, pizzerie e ristoranti salernitani. Con la nuova ordinanza regionale per le misure anti-Covid, infatti, prima di sedere a tavola, i clienti, o almeno un componente della loro comitiva, deve esibire un documento di identità per essere registrato, con tanto di data e informazioni utili, al fine di agevolare la ricostruzione della catena dei contatti in caso di eventuali contagi in quel posto. Una misura precauzionale, questa, che ha diviso i gestori: se c'è chi apprezza la nuova disposizione tesa a garantire maggiore sicurezza a tutti, c'è anche chi storce il naso e sottolinea come tale registrazione del numero dei documenti di identità, possa causare disagi sia al personale del locale che ai clienti.

Parlano i gestori

Concorde con l'ordinanza, per iniziare, il gestore della movida Enzo Bove, titolare, tra i vari locali, di Comm'accetta, Filippo e o' Panaro: "Si tratta di una precauzione semplicissima: cosa c'è di male a chiedere di esibire un documento? Se è per la sicurezza, lo si fa senza problemi". Dello stesso avviso Fabrizio Iannuzzi di Madìa: "Non è il momento di iniziare polemiche: certamente organizzarsi per garantire il monitoraggio richiede altro impegno al nostro personale e a noi per la gestione, ma ci adeguiamo. In tempi particolari, misure come questa sono accettabili". E Donato Lardieri del biscottificio/pizzeria Nonna Lucia incalza: "Purtroppo come sovente accade, per la leggerezza di qualcuno, probabilmente più una ragazzata, nel fornire dati personali fasulli, l’autorità deputata si è vista costretta a scongiurare una eventuale interruzione del tracciamento delle probabilità di contagio. In fondo nulla di tragico. Basta una foto veloce al documento di un commensale, nella speranza non si debba utilizzare. Stringiamo i denti e andiamo avanti". Ancora, Riccardo Rinaldo della pizzeria Da Riccardo aggiunge: "Sicuramente è una precauzione utile perché nel caso dovessero scoppiare futuri focolai ci si rintraccia più facilmente. Per noi ristoratori sicuramente è un impegno in più da dover rispettare oltre a tutte le altre normative, però la trovo una cosa giusta: molte persone non adottano la dovuta serietà dinanzi a questa emergenza. Si gioca  anche su questo, nel senso che parecchi numeri di telefono forniti, poi si rivelano falsi, quindi è giusto e opportuno dover registrare almeno una persona con numero del documento che faccia da referente della sua comitiva".

I contrari

Assolutamente contrario, invece, Umberto Russo, gestore con il fratello Generoso, tra i vari locali, del King's Cross, El Salvador e del bar Santa Lucia: "Secondo me ci sono troppe restrizioni: a questo punto, devono fornirci un poliziotto per locale, perché io non ho nessuna autorità per far richiedere un documento personale ai clienti. Alcune persone non volevano mostrarmi il documento: io non ho pressato, perché non ne ho il diritto. Io faccio il ristoratore, non il poliziotto". Sulla stessa linea Vincenzo Penna gestore del Black and Roses e dello Spitfire: "Con la registrazione che prevede l'esibizione di un documento, si crea un caos assurdo: ho i camerieri o i poliziotti? Non è semplice già chiedere il nome e il numero di telefono dei clienti, ora dobbiamo chiedere anche il documento? E la privacy? Per me non funziona così: devo perdere i clienti che si rifiuteranno di mostrare i documenti?". "Noi rispettiamo le regole e le restrizioni anti-Covid, ma ci troviamo spesso a disagio già nel chiedere i nominativi e contatti telefonici delle persone che vengono in pizzeria. - racconta il maestro pizzaiolo Aniello Mansi - A volte si infastidiscono, altre ci viene fornito nominativo o numero di telefono falso. Addirittura abbiamo avuto qualche broncio dalle mogli o fidanzate e viceversa nel chiedere nome cognome e numero di telefono: assurdo . Insomma: chi paga le conseguenze della nuova ordinanza? Come sempre, noi ristoratori".

Concordi ma dubbiosi

Concorde con l'ordinanza, ma con qualche dubbio, intanto, Umberto Scermino della pizzeria Capri: "Non è una misura negativa: se serve a individuare i percorsi di eventuali contagiati, visto l'aumento dei casi, ben venga. Ma ci preoccupano  i clienti testardi che si rifiutano di mostrare i documenti". E il maestro pizzaiolo Vincenzo Mansi conclude: "E' giustissima come misura precauzionale per ragioni di sicurezza. Ma, specie nel fine settimana quando si registra maggiore afflusso di clienti, occorrerà una persona in più per monitorare la temperatura e provvedere alla identificazione: per noi, quindi, salgono i costi di gestione, dovendo contare su una nuova persona addetta a questo tipo di controllo da aggiungere al resto del personale, altrimenti la situazione diventerebbe caotica".
 

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