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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, prezzi delle mascherine alle stelle: esposto del Codacons in Procura

Il presidente Rienzi: "Da un primo monitoraggio del Codacons sui principali portali di e-commerce emerge come i prezzi di alcuni prodotti legati all’emergenza Coronavirus raggiungano livelli astronomici"

Mascherine speciali con valvole ideali per coronavirus e vendute a 189 euro la confezione da 5 pezzi su Amazon. E confezioni di Amuchina a prezzi esorbitanti. Uno scenario da vera e propria psicosi in Italia dopo i casi di contagio da Coronavirus che si stanno verificato nelle ultime ore nel Nord Italia. Una situazione di emergenza – denuncia il Codacons – che “ha fatto letteralmente schizzare alle stelle i prezzi di alcuni prodotti igienico-sanitari che stanno andando a ruba nei negozi e sul web”.

La denuncia

L’associazione dei consumatori presenterà oggi una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma e alla Guardia di Finanza contro le speculazioni sui listini che si stanno registrando in queste ore. “Da un primo monitoraggio del Codacons sui principali portali di e-commerce emerge come i prezzi di alcuni prodotti legati all’emergenza Coronavirus raggiungano livelli astronomici – afferma il presidente Carlo Rienzi – ad esempio il classico gel igienizzate dell’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro, viene oggi venduto sul web a 22,5 euro la confezione, con un ricarico sul prezzo al pubblico del +650%”. Ancora peggio per le mascherine protettive da viso, che prima del coronavirus erano vendute a meno di 10 centesimi di euro l’una, e oggi arrivano a costare su internet 1,8 euro, con un incremento di prezzo del +1700%”. Per Rienzi, “si tratta di una vergognosa speculazione, tesa a lucrare sulla paura delle persone, che potrebbe configurare veri e propri reati, dalla truffa all’aggiotaggio”. “Per tale motivo – continua – presenteremo domani un esposto a Procura e Guardia di Finanza, chiedendo anche di oscurare le pagine di Amazon e di altri portali specializzati nelle vendite online nelle quali si pubblicizzano a prezzi abnormi prodotti legati al coronavirus. Se infatti i giganti dell’e-commerce non rimuovono autonomamente le pagine dove si realizzano le speculazioni, si rendendo complici per concorso nella truffa agli utenti”.

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