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Cronaca

Covid-19, monsignor Mario Salerno annuncia: "Riapro la chiesa ai fedeli"

Intanto, questa mattina, Papa Francesco ha invitato vescovi e sacerdoti al rispetto delle nuove normative contro la diffusione della pandemia

Si apre il dibattito sulla riapertura delle chiese il prossimo 4 maggio ma solo per la preghiera personale in quanto non è prevista la celebrazione dei sacramenti con la presenza dei fedeli.

Lo sfogo

Questa decisione, però, vede la contrarietà del parroco della chiesa di San Demetrio, Monsignor Mario Salerno, che ha inviato alla nostra redazione il suo pensiero: “E’ semplicemente assurdo e a me non va di essere trattato come un imbecille o un lattante. E’ vero che noi preti, soprattutto parroci, non contiamo nulla per le nostre istituzioni anche se post mortem, poi, si diventa tutti santi. Fa niente, perché a tutto supplice la Grazia di Dio. Però a questo punto non possiamo non affiancare la Cei nell’alzare la voce verso provvedimenti che continuano a penalizzare la vita pastorale e spirituale delle nostre comunità e che chiaramente non è ritenuta essenziale nella visione esclusivamente economicistica e utilitaristica della società. E non è ritenuta essenziale per la ripresa e la rinascita del nostro paese”. Poi monsignor si rivolge ai suoi confratelli diocesani e non: “Le nostre chiese consentono il tanto richiesto distanziamento sociale per cui, con le dovute precauzioni e presidi sanitari, celebriamo la nostra Messa festiva con il popolo. La gente, che ritengo abbia buon senso, saprà orientarsi e muoversi. Non avremo assembramento e saranno rispettate tutte le norme. Se mai, ove possibile, si celebri qualche messa in più, onde consentire una presenza dilazionata”. Monsignor Salerno spiega anche come intende organizzarsi nella sua parrocchia dove ci sono trecento posti a sedere: “Volendo mettere due persone ai lati opposti del banco e utilizzando un banco sì e un banco no garantiremmo il massimo del distanziamento sociale ospitando anche cento fedeli, tutti con le mascherine ovviamente. Dove sarebbe il problema ? E questo per i momenti festivi. Nei giorni feriali vi è una presenza al massimo di venti fedeli, una cinquantina quando vi è qualche trigesimo in una chiesa così grande. Quale sarebbe il problema? Verremmo denunciati? Ne pagheremo le conseguenze. E’ disobbedienza civile? E’ obiezione di coscienza? La si chiami come si vuole ma di certo non è stupidità o superficialità o dispregio della salute pubblica e se qualcuno dovesse ribadire che “se vi ammalate andando in chiesa, vi farete curare dalla chiesa”, vuol dire che ci faremo curare dalla chiesa, così come chi si dovesse ammalare al supermercato dovrà farsi curare dal supermercato, o chi dovesse ammalarsi sul treno si farà curare dalle Ferrovie dello Stato e così via”. Infine invita a celebrare le sante messe festive a porte aperte: “Probabilmente non verrà nessuno o bisognerà mettere i vigilantes. Non solo so, ma la chiesa di san Demetrio, già bonificata e lo sarà ancora in settimana prossima, è pronta per accogliere il ritorno della comunità, nel rispetto rigoroso del distanziamento sociale e di ogni precauzione”.

Il Vaticano

Intanto, questa mattina, Papa Francesco durante la messa ha pregato perché Dio conceda “la grazia” di riuscire a rispettare le regole imposte “per uscire dalla quarantena“.  Inserendosi così nel dibattito creatosi sulla questione della riapertura delle chiese e della celebrazione delle messe che ha fatto discutere non poco. Di fatto Bergoglio si è schierato con il governo e l'ultimo decreto emanato dal premier Conte per la Fase2 crticando, indirettamente, anche la contrarietà dei vescovi per il nuovo decreto di Palazzo Chigi che impedisce la celebrazione di riti religiosi a eccezione dei funerali. “Inaccettabile” avevano detto i vescovi. “In questo tempo nel quale si incominciano ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni“, queste le parole del Papa.

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