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Cronaca

Crac Ifil, Piero De Luca rischia l'accusa di bancarotta fraudolenta

Si aggrava la posizione giudiziaria del primogenito del candidato governatore del Partito Democratico. Con lui sono indagate altre otto persone

Nuova grana giudiziaria per la famiglia di Vincenzo De Luca. Nella giornata di ieri, infatti, la Corte d’Appello di Salerno ha dichiarato fallita la Ifil, ossia la società che doveva vendere gli appartamenti mai realizzati nell'ex pastificio e aveva interessi anche a Piazza della Libertà. Un passo in avanti molto importante che avrà risolti giudiziari imprevedibili. Nell’inchiesta è coinvolto anche Piero De Luca, primogenito del candidato governatore del Partito Democratico Vincenzo, il quale è indagato per alcuni viaggi in Lussemburgo, fatti con la moglie e pagati proprio da questa società: circa 23mila euro in due anni.

Insieme a quest’ultimo sono indagati anche Mario Del Mese, Giuseppe Amato jr, la moglie Marianna Gatto, Valentina Lamberti (moglie di Mario Del Mese) e i tre soci che si sono alternati nella compagine societaria: Vincenzo Lamberti, Luigi Avino ed Emilio Ferraro. Ora la decisione della Corte d’Appello potrebbe portare in sede penale ad aggravare la posizione di tutti gli indagati rischiando di trasformare i capi di accusa da appropriazione indebita a bancarotta fraudolenta.

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