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Cronaca

Dati choc Goletta Verde: maglia nera per i fiumi Irno e Sarno

Il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste campane dall’equipe tecnica di Goletta Verde è stato presentato questa mattina in conferenza stampa a Salerno

È una fotografia a tinte fosche quella scattata da Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente (realizzata anche grazie al sostegno del Conou - Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e dei partner tecnici Aquafil, Novamont, Nau),  lungo le coste campane che continuano a subire la minaccia della mancata depurazione: su trenta punti monitorati sedici presentavano cariche batteriche elevate. Nel mirino ci sono sempre canali, foci di fiumi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Una situazione ben nota che in alcuni casi raggiunge record assoluti: è da otto anni consecutivi, infatti, che Legambiente assegna il giudizio di fortemente inquinato alla foce del fiume Irno a Salerno, del Torrente Savone a Mondragone, del fiume Sarno e dello sbocco del canale di Licola a Pozzuoli. Una situazione che – secondo gli ambientalisti - rischia di compromettere una delle maggiori risorse di questa regione. Per questo Legambiente chiede che la carenza depurativa e l’attuazione del servizio idrico integrato in generale diventi davvero la “priorità del neo istituito Ente Idrico Campano, al cui capo è posto un Comitato Esecutivo costituito da 20 Amministratori dei comuni campani”.

Il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste campane dall’equipe tecnica di Goletta Verde è stato presentato questa mattina in conferenza stampa a Salerno da Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania; Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente e Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania, alla presenza di Emilia Smeraldo, vicepresidente Lega Navale Salerno e Raffaele D’Arco, Sindacato Medici Italiani. Per l’occasione Legambiente ha presentato anche un reportage fotografico sulla situazione delle coste campane realizzato da Anna Paola Montuoro

I DATI SALERNITANI

In provincia di Salerno sono stati effettuati un totale di 11 campionamenti, nove dei quali risultati con concentrazioni di inquinanti oltre i limiti di legge. Per sette di questi il giudizio è di fortemente inquinato: alla foce del fiume Irno a Salerno; alla foce del Tusciano a Battipaglia; allo sbocco del canale di scarico presso Marina di Eboli; alla foce del rio nei pressi di via Posidonia a Laura di Capaccio; alla foce del fiume Picentino tra Salerno e Pontecagnano; alla foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano; alla foce del fiume Bussento a Policastro Bussentino (Santa Marina). Giudicati inquinati i campioni analizzati alla foce del fiume Solofrone tra Capaccio e Agropoli e alla foce Capo di Fiume in località Torre di Paestum – Licinella.

ARPAC

I dati Arpac relativi ai controlli analitici svolti nel 2016 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, sebbene non realizzati su tutti gli impianti e in numero adeguato, evidenziano appieno quanto sia critica la situazione. Su base regionale ben il 38% dei controlli è risultato “non conforme”, con punte di non conformità del 70% per gli impianti della provincia di Avellino e a seguire del 66% per quelli della provincia di Salerno, 52% per la provincia di Benevento, 27% per la provincia di Caserta e 22% per la provincia di Napoli.

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