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Cronaca

De Luca indagato, parla il Governatore: "Speculazioni politiche"

Intanto, secondo quanto riportato da La Repubblica, De Luca, per "il tramite di Giuseppe Vetrano e Carmelo Mastursi", sarebbe stato minacciato "di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale civile di Napoli"

"In questa vicenda sono parte lesa e ci tuteleremo in tutte le sedi". Così ha esordito Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, in conferenza stampa a proposito dell'inchiesta della Procura di Roma in cui è indagato assieme ad altre sei persone con l'ipotesi di concussione per induzione. "Sostengo pienamente l'azione della magistratura e la invito ad andare avanti. Da Napoli lanciamo la sfida della trasparenza, della correttezza e del rigore amministrativo. Noi e il partito in cui milito siamo protagonisti di questa sfida e non arretreremo di un passo. Si tratta solo di speculazioni politiche". Circa l'indagine a suo carico della Procura di Roma, il Governatore ha precisato: "Non sono a conoscenza di nulla. In questa vicenda sono parte lesa e ci tuteleremo in tutte le sedi. Combatteremo contro chiunque offenda dignità mia e istituzione. - ha promesso- Non abbiamo nessun imbarazzo, ma ovviamente c'è molta rabbia. Sono parte lesa, io e l'istituzione che rappresento, combatteremo in maniera ferma verso chiunque oserà gettare ombre sulla correttezza e la trasparenza dei nostri comportamenti. Ci rivarremo nei confronti di chiunque offenderà la dignità delle istituzioni e della nostra persona".

Dura appena 13 minuti l’appuntamento con i giornalisti nel quale parla solo il Governatore senza lasciare spazio alle domande della folta platea di giornalisti. Poi, dito di De Luca puntato contro il “massacro mediatico delle persone e delle istituzioni. Un segno di barbarie nel nostro paese e un oltraggio permanente allo Stato di diritto e alla Costituzione Italiana”. "C’è qualche organo di stampa che dovrebbe chiudere. Ma questo è un grande tema che dovrà riguardare il rapporto tra diritto individuale, sistema giudiziario e sistema dell’informazione". Su Manna, marito del giudice Scognamiglio, ha detto: "Manna? Mi ricorda la manna dal cielo ma non è questo il caso e poi mi ricorda un certo Angelo Manna che in una tv locale rivendicava conquiste dei Borboni e in maniera delicata criticava i politici del tempo". Sulla Sanità e le nomine ha aggiunto: "Le nomine della Sanità sono state fatte dall’ufficio di gabinetto e io non conosco nessuno di quelli nominati. Prima la Sanità era luogo di clientela politica ora abbiamo voltato pagina. Per ragioni di opportunità – ha concluso – mi fermo qui e vi consegno riflessioni di cui sono certo farete tesoro, sto facendo come capite training autogeno. I consiglieri mi hanno detto: mi raccomando… io dico loro tranquilli. Sono un benefattore credo di aver dato lavoro ai giornalisti italiani più di Murdoch". Immancabili, le battute finali: "Mi aspetto la nomina a cavaliere del lavoro, per quanto lavoro ho dato finora. Ai miei collaboratori dico keep calm. Lunedì faremo un consiglio regionale per approvare la legge con cui togliamo di mezzo l’Arsan, struttura clientelare, e approveremo la legge sul ciclo delle acque. Da martedì cancelleremo un altro luogo comune e cioè che l’acqua è poca e la papera non galleggia".

Intanto, secondo quanto riportato da La Repubblica, ad ogni modo, De Luca, per il tramite di Giuseppe Vetrano e Carmelo Mastursi", sarebbe stato minacciato "di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale civile di Napoli, con conseguente perdita della carica ricoperta" e per questo indotto "a promettere a Guglielmo Manna, sempre per il tramite dei due, la nomina a una importante carica dirigenziale nella sanità campana". È quanto si legge nel decreto di perquisizione che il 19 ottobre scorso è stato disposto dalla Procura di Roma nei confronti di tutti gli indagati, ad eccezione proprio di De Luca. La minaccia, secondo l’ipotesi formulata dal procuratore Giuseppe Pignatone e dai pm Giorgio Orano e Corrado Fasanelli, sarebbe partita da Anna Scognamiglio: il giudice relatore del tribunale civile di Napoli che si sarebbe occupato del ricorso De Luca contro la sospensione dalla carica prevista della Legge Severino, "abusando della sua qualità e dei poteri decisionali nella controversia giudiziaria" ed agendo in concorso con il marito Guglielmo Manna e con gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio. Secondo la Procura, dunque, la condotta contestata "è stata reiterata in occasione dell’udienza tenutasi presso il tribunale di Napoli l’11 settembre 2015 avente ad oggetto la legittimità del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che aveva sospeso De Luca dalla carica di Presidente della Regione Campania". Il reato di concussione per induzione fa riferimento, dunque, ad un arco temporale che va da luglio al settembre scorso.

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