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Cronaca Pollica

Dieta mediterranea: storia di un patrimonio tutto cilentano

Oggigiorno tutti sanno che la dieta mediterranea è il regime alimentare per eccellenza che si dovrebbe seguire per rimanere in forma a lungo e sani, ma dove ha origine questa dieta e perché è più efficace di altri regimi alimentari?

Il termine “dieta mediterranea” è stato usato per la prima volta dall’americano Ancel Keys verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, e naturalmente è un termine profondamente legato alla storia del nostro paese, in particolar modo alla storia del sud Italia. Le abitudini alimentari che ci sono state tramandate dai greci, sono rimaste ben radicate attraverso il passare dei secoli: nel Medioevo il popolo doveva integrare la sua magra alimentazione con i prodotti della terra ed è proprio la popolazione contadina del sud Italia che ha saputo far tesoro delle povere risorse alimentari a disposizione e che sono diventate gli alimenti base della dieta mediterranea. Il fisiologo statunitense Ancel Keys, inatti, restò colpito proprio dalle abitudini alimentari della popolazione del Cilento, che aveva avuto occasione di conoscere attraverso le sue esperienze militari dato che era stato tra i soldati protagonisti dello sbarco a Paestum nel 1944. L’esperienza italiana portò Keys a trasferirsi nel nostro paese, e precisamente a Pollica, dove poté approfondire i suoi studi sugli effetti che l’alimentazione meridionale aveva nei confronti delle malattie cardiovascolari, le stesse che oggi coinvolgono la maggior parte delle popolazioni occidentale e che hanno origine proprio da una cattiva alimentazione.

Partendo dalle abitudini alimentari delle popolazioni rurali del Cilento, Keys comprese come la scarsa incidenza di malattie cardiovascolari fosse dovuta proprio al tipo di alimentazione condotta, uno stile di vita basato su pane, pasta, verdure, olio extravergine di oliva, pesce e carne, proprio gli alimenti che tutt’oggi la dieta mediterranea prevede. Il modello, a cui Keys e a cui oggi i nutrizionisti di tutto il mondo fanno riferimento, è la ben nota piramide alimentare alla cui base ci sono cereali, preferibilmente integrali, che possono essere assunti sotto forma di pasta, polenta, pane, patate, cui vanno aggiunte verdure e frutta di stagione in abbondanza, una modica quantità di latticini, uova, carni, pesce e legumi, senza dimenticare l'apporto della frutta secca, con la concessione di poter consumare una vola a settimana cibi ricchi di grassi come salumi e dolci. Questo il modello dlela piramide della dieta mediterranea, oggi Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità e la cui importanza viene celebrata ogni anno il 16 novembre.

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