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Cronaca Bellizzi

Droga, prostituzione, bische e controllo del trasporto della frutta: 22 arresti nel salernitano

In particolare, 22 persone sono finite in carcere e una ai domiciliari: le accuse, a vario titolo, sono di "associazione di tipo mafioso", "associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti" ed una molteplicità di reati

Vasta operazione anti-droga nella nostra provincia, oggi. Alle prime luci di questa mattina, a Salerno, Acerno, Battipaglia, Bellizzi, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Nocera Inferiore, Olevano sul Tusciano e Pontecagnano Faiano, i carabinieri del locale Comando Provinciale, con il supporto del Nucleo Cinofili di Sarno, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 22 indagati. In particolare, 21 persone sono finite in carcere e una ai domiciliari: le accuse, a vario titolo, sonodi “associazione di tipo mafioso”, “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti” ed una molteplicità dei cosiddetti “reati-fine” con l’aggravante del “metodo mafioso”.

Notificato anche un avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altre 69 persone indagate, a vario titolo, per gli stessi reati. I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine denominata “Omnia”, avviata nel gennaio 2011 e condotta dal Nucleo Investigativo del citato Comando Provinciale e dalla Compagnia di Battipaglia, che ha portato a cristallizzare gli assetti della criminalità organizzata nell’area a sud della provincia salernitana. L'indagine, nell’ambito della quale è stato emesso il provvedimento, si innesta nello stesso filone investigativo in cui, di recente, è stata data esecuzione ad altra all'operazione “Perseo”. Entrambi i procedimenti, infatti, ruotano attorno un clan camorristico attivo a Battipaglia, Bellizzi e nei comuni dei Monti Picentini e della Piana del Sele, operativo in continuità criminale con lo storico clan Pecoraro-Renna. Più nello specifico, come campo d’azione e d’interesse criminale, due sono i filoni principali dell’indagine che fanno da architrave della ricostruzione fornita sotto la direzione della DDA.

Il primo filone. Il primo filone ruota attorno alla conquista manu militari del settore economico legato al trasporto dei prodotti ortofrutticoli della Piana del Sele. Si tratta di un comparto strategico per lo sviluppo dell’intera economia del territorio, in gran parte basata sulla produzione agricola e, quindi, sul trasporto dei frutti: quindi di rilevanza economica enorme, nell’ambito del quale vengono investiti milioni di euro ogni anno ed il cui controllo, oltre a rendere incredibili guadagni, determina inevitabilmente una egemonia complessiva del gruppo persino sullo sviluppo imprenditoriale dell’intero territorio d’influenza. In questo caso, la “conquista” del settore imprenditoriale in questione è stato compiuto mediante l’imposizione di società divenute espressioni imprenditoriali dei principali esponenti del gruppo, attraverso la violenta intimidazione di possibili concorrenti, come nel caso della gambizzazione del gestore di un'altra società d’agenzia e di trasporto del territorio, perpetrata addirittura nonostante l’appartenenza del titolare della stessa società a circuiti criminali camorristici di rilievo, approfittando evidentemente proprio dello stato di detenzione dello stesso. E l'intimidazione ha interessato anche persone intenzionate a sottrarsi al controllo criminale del settore, come nel caso dei titolari di un gruppo imprenditoriale di notevole struttura economica, ripetutamente colpito sia in quanto originario dell’Agro Nocerino e sia per aver tentato di sottrarsi alla imposizione dell’agenzia d’intermediazione nei rapporti con i produttori. Da ciò sono nati una miriade di atti intimidatori.

Il secondo filone.  Il secondo filone ruota invece attorno al controllo da parte dello stesso gruppo del sempre lucroso traffico di sostanze stupefacenti. Anche qui l’egemonia viene affermata innanzitutto approfittando dell’assenza dal territorio dei precedenti referenti, in virtù del loro stato di detenzione. Quindi si è assistito nel corso delle investigazione al controllo sistematico del settore mediante l’imposizione della tipologia di droga da spacciare e la suddivisione del territorio in zone affidate a singoli sottogruppi responsabili delle stesse, seppure assolutamente riconducibili ed inquadrati in un unico gruppo d’appartenenza. Numerosi sono i riferimenti emergenti dalle indagini, oggetto di valutazione sia dal punto di vista di una ricostruzione esatta del fenomeno criminale, da cui sembrerebbe emergere una unitarietà tra tutti i gruppi esistenti nelle diverse propaggini territoriali, in termini di “Sistema Salernitano” complessivo e non più articolato in singoli gruppi contrapposti tra loro. In particolare, l’attività investigativa, svolta attraverso metodi tradizionali supportati da attività tecniche e mirati servizi dinamici, resi ancor più difficili a causa del contesto territoriale, ha consentito di documentare le responsabilità degli indagati per plurime richieste estorsive, atti intimidatori (mediante incendi, danneggiamenti, gambizzazioni ed esplosioni di colpi di arma da fuoco) e condotte di concorrenza sleale, consumati ai danni di ditte di autotrasporto e imprenditori agricoli della Piana del Sele, avvalendosi di due ditte di autotrasporto riconducibili al sodalizio. Nonchè sono state analizzate 4 estorsioni consumate nel 2011 in danno di 2 imprenditori agricoli di Pontecagnano Faiano e 2 titolari di imprese edili di Bellizzi e Montecorvino Rovella e 2 rapine a mano armata avvenute, rispettivamente, nel 2011 all’interno di un’abitazione di Giffoni Sei Casali e nel 2012 in una sala bingo di Battipaglia. Ancora, i malviventi sono ricorsi a 4 furti di auto con conseguenti richieste estorsive per la restituzione dei veicoli (cosiddetti cavalli di ritorno), consumate nel 2012 in Bellizzi, Montecorvino Rovella e San Mango Piemonte, per la gestione delle “piazze” di spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana, approvvigionate a Napoli, Torre Annunziata e in Spagna) nei comuni di Salerno, Acerno, Battipaglia, Bellizzi, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano e Pontecagnano Faiano, attraverso 8 sottogruppi organizzati. Diverse, poi, sono state le gambizzazioni e le aggressioni violente nei confronti di pusher che operavano autonomamente nei comuni di loro interesse e non intendevano allinearsi alle regole del “sistema”, al fine imporre il monopolio della gestione dello spaccio attraverso i sottogruppi menzionati.

La prostituzione. Dalle indagini, è emerso anche un giro di prostituzione all’interno di un complesso turistico alberghiero della litoranea di Pontecagnano Faiano, fittiziamente intestato a due soggetti incensurati, dove venivano fatte alloggiare decine di donne dell’est Europa, le quali vi esercitavano attività di meretricio e corrispondevano al clan somme di denaro quantificate in 50 euro giornaliere per ogni camera occupata e 30 euro per ogni cliente ospitato. L’intestazione fittizia era a favore di un soggetto incensurato, di un bar di Bellizzi riconducibile al clan. Sempre lì veniva anche gestita una bisca clandestina, i cui proventi erano destinati allo stesso clan. Nel corso dell’indagine sono state, dunque, arrestate - in flagranza - 15 persone e sono stati sequestrati 3 kg di hashish, 120 gr. di cocaina, 5 pistole e varie munizioni.

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