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Cronaca

La droga a Salerno arrivava dal Sud America: blitz della Guardia di Finanza, 18 arresti

I baschi verdi sono impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di numerosi soggetti, indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Ancora arresti per droga a Salerno. Dall'alba di oggi, martedì 28 settembre, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno sono impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di numerosi soggetti, indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

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Le indagini

L’attività investigativa, avviata in seguito al sequestro di tabacchi lavorati esteri presso il porto di Salerno, a marzo 2018, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha permesso di risalire ad una strutturata organizzazione, operante nelle province di Napoli e Salerno, composta da persone già note alle forze dell'ordine per precedenti specifici. In particolare, anche attraverso il ricorso ad intercettazioni telefoniche e telematiche, con il conforto di riscontri eseguiti sul territorio, è stato possibile individuare un collaudato sistema di approvvigionamento di sostanze psicotrope, che vedeva impegnati gli indagati in continue e serrate trattative con diversi fornitori di nazionalità estera, interessati al trasferimento di cocaina dai Paesi del Sud America. Sulla scorta di tali risultanze, è emerso che l’associazione intratteneva rapporti con i fornitori e impartiva dall’alto disposizioni agli affiliati: una persona alla quale era affidata la “gestione operativa”, attraverso il raccordo dei vari sodali; faccendieri dediti alla ricerca di contatti all’interno del porto Salerno o comunque in grado di come le modalità per consentire l”uscita” della droga dagli spazi doganali. Gli indagati eludevano i controlli di “routine” effettuati presso lo scalo portuale di Salerno.

Il video

I metodi

Impresa/impresa” per reperire ditte di spedizione e di destinazione compiacenti con le quali predisporre idonea documentazione di supporto in modo da trasportare la merce illecita occultata in un carico di copertura all’interno di un container, che una volta giunto al porto di Salerno, è stato richiamato proprio dalla ditta di destinazione; “ripp off” ovvero il recupero del narcotico in maniera furtiva mediante ingresso non autorizzato all’interno dello scalo marittimo e prelievo dei borsoni nascosti all’interno di container.  Le cessioni di stupefacente non si sono concretizzate per eventi sopravvenuti ma anche perché in fase di trasferimento sono intervenute problematiche organizzative. Il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia economico di Salerno è riuscito a sequestrare nel porto di Salerno, a marzo 2019, oltre 18 chili di cocaina proveniente via mare dal sud America occultati all’interno della fonte del vano motore di un container frigo.

Le ricostruzioni


Sono stati, inoltre, ricostruiti svariati tentativi di recupero/importazione di sostanze stupefacenti per i quali sono stati acquisiti elementi probatori a carico di 37 soggetti, alcuni dei quali dimoranti al di fuori del territorio nazionale.  Tra gli indagati figurano peraltro persone già sottoposte agli arresti domiciliari nell’ambito di altri procedimenti penali. L'organizzazione è stata contattata per il recupero di un carico di 32 chili di cocaina, occultati all’interno di un container proveniente dalla Colombia e destinato al porto di Vado Ligure. A causa di disguidi organizzativi, il container con lo stupefacente a bordo è stato reimbarcato verso un’altra destinazione. Inoltre l'organizzazione ha cercato di importare di 1,5 chili di cocaina dal Sud America da recuperare sul territorio spagnolo. Il trasportatore individuato per il viaggio Madrid-Salerno, però, non ha rispettato l’accordo raggiunto con il gruppo criminale giusto il giorno precedente alla partenza. Si è anche è occupata del recupero di un carico di 157 chili di cocaina, proveniente da narco-trafficanti sud americani, transitato per il porto di Salerno e destinato ad un gruppo criminale di Torre Annunziata. La sostanza stupefacente nascosta a bordo della nave, non recuperata dal gruppo criminale, è giunta in seguito al porto canadese di Halifax, dove veniva sottoposta a sequestro dalle autorità locali. L'organizzazione ha anche avviato due trattative per l’importazione, sempre dal Sud America, rispettivamente di 1.000 chili e 200 chili di cocaina. Nel corso delle complesse investigazioni è stata ricostruita la cessione di 2 chili di cocaina, su impulso di due intermediari, effettuta da sodali del del gruppo criminale ad uno del Salento, previo pagamento di 69mila euro.

Il ruolo del porto di Salerno

"La Guardia di Finanza ha svolto indagini su un gruppo criminale che fungeva da società di servizio per plurime attività illecite. Trattava qualsiasi quantitativo di droga - spiega la Procura, attraverso il pm Cannavale - abbiamo riscontrato compravendita per quantitativi di droga che andavano da 1.000 chili alla trattativa per la quale c'è stato il sequestro di 18 chili di cocaina, che era una sorta di campione per valutare la qualità della droga. La problematica del porto di Salerno è stata più volte segnalata dal Procuratore della Repubblica: qui riscontriamo traffico illecito di qualsiasi genere, non solo droga ma anche farmaci, rifiuti. I sistemi di sicurezza presenti, quando furono installati, erano parametrati ad una mobilità di traffico inferiore, ma adesso il porto di Salerno si distingue per dinamismo. Abbiamo riscontrato la volontà da parte di tutte le istituzioni competenti ad adeguare i sistemi di protezione". Le dichiarazioni del generale Danilo Petruccelli, comandante provinciale della Guardia di Finanza: "Al termine di tre anni di indagini, ci sono 37 indagati. La consideriamo una società di servizi: supportava dal punto di vista logistico gli accordi tra i narcos e le organizzazioni nazionali. Ci sono state misure di cooperazione internazionale: con le forze di polizia nordamericane che hanno portato al sequestro di 157 chili di cocaina. Il sequestro di droga, 18 chili di cocaina, è stata la svolta: essere intervenuti con il sequestro prima dei diretti interessati ha creato confusione nei rapporti tra i narcos sudamericani ed i destanari del prodotto. E' saltato il rapporto fiduciario perché non si riusciva a capire se la droga fosse stata davvero spedita o meno. Infatti non è stata data notizia di questo sequestro e sono dovuti intervenire emissari sul posto per constatare. Molto probabilmente s'è trattato di una spedizione campione.  Abbiamo bloccato un canale di smercio della cocaina, perché dalle immagini abbiamo rilevato la trattativa per 1.000 chili di cocaina. Operavano facendo arrivare la droga nel porto e poi le persone sul posto rimuovevano e poertavano su territorio nazionale. In altri casi, la spedizione era impresa-impresa, cioè dipedenti compiacenti sapevano quando e dove andare a ritirare. Premesso che le indagini sono ancora in corso, tra i 37 indagati non ci sono portuali salernitani né lavoratori di imprese di servizio del salernitano". 

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