Duplice omicidio di Fratte, condanna all'ergastolo per Vaccaro e complici
In aula, ad ascoltare la sentenza, c’erano i familiari delle vittime, costituitisi parte civile nel processo, e quelli degli imputati
La presidente della Corte d’Assise di Salerno Lucia Casale ha condannato all’ergastolo coloro che sono ritenuti gli autori del duplice omicidio che, tre anni fa, portò alla morte di Antonio Procida e Angelo Rinaldi.
La sentenza
Sono stati condannati al carcere a vita il boss di Ogliara Matteo Vaccaro, il figlio Guido e l’amico Roberto Esposito. Con quel delitto il boss voleva vendicarsi di un affronto subito da Procida. Sugli imputati pendevano le accuse di duplice omicidio volontario e premeditato. In aula, ad ascoltare la sentenza, c’erano i familiari delle vittime, costituitisi parte civile nel processo, e quelli degli imputati. Qualcuno dei presenti è scoppiato anche a piangere .
La dinamica
Quel giorno Antonio Procida, titolare del Vintage Cafè della piazza e il suo amico Angelo Rinaldi vennero uccisi con colpi di arma da fuoco. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i due furono colpiti alle spalle mentre risalivano su via Magna Grecia a bordo di uno scooter. Per la magistratura in gioco c’era la leadership dei Vaccaro, l’onore di una famiglia storica che non poteva essere messo in discussione da teste calde. Fu un omicidio in chiaro stile camorristico. La battaglia dei manifesti fu solo la scintilla per rendere più rovente il clima già caldo. Quel “tu non conti niente”, pronunciato da Procida all’indirizzo di Vaccaro, sarebbe stato l’affronto da lavare col sangue, secondo un codice non scritto degli ambienti malavitosi. Un modo, forse, per riaffermare la propria predominanza sul territorio.