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Cronaca Eboli

Studente gay preso di mira dai "bulli" ad Eboli, il preside: "Da noi massima attenzione"

Il dirigente scolastico decide di prendere posizione dopo la diffusione dell'incresciosa storia del giovane Umberto: "L’attenzione è stata massima e tale lavoro del corpo docente e dei suoi stessi compagni di classe"

Dopo che la storia di Umberto, il ragazzo di Eboli preso di mira dai “bulli” perché si sente donna, è diventata di dominio pubblico la direzione del liceo artistico “Perito-Levi” prende posizione con una nota ufficiale precisando che “la scuola, intesa principalmente come comunità educante, è da molti anni impegnata in un difficile ma proficuo lavoro per l’integrazione, l’accoglienza, la prevenzione e l’educazione a 360 gradi dei giovani e, di riflesso, dell’intera comunità, collaborando anche con istituzioni, privato sociale e mondo del volontariato”.

A scrivere nero su bianco è il dirigente scolastico Giovanni Giordano, che spiega: “La prova di questo lavoro sta nei tanti casi affrontati e risolti senza clamore negli ultimi 10 anni. Gli sportelli, con la presenza di esperti, attivati per le necessità degli studenti e le analisi approfondite sui bisogni di ognuno di loro e nel loro rapporto con i compagni e con il territorio ne sono gli esempi più tangibili. Anche nel caso dell’alunno in questione - aggiunge - l’attenzione è stata massima e tale lavoro del corpo docente e dei suoi stessi compagni di classe, ha permesso alla classe e all’alunno di vivere l’esperienza scolastica in piena serenità. Se poi un singolo alunno, di un’altra classe, al di fuori dell’ambito scolastico, lo abbia gravemente offeso utilizzando un social media, questo rimane un fatto grave, ma circoscritto ad una sola persona, sulla quale dobbiamo avere la stessa attenzione, logicamente con modalità diverse, che abbiamo avuto con l’offeso. E’ questo il compito della scuola: educare. Fare in modo che episodi del genere non si ripetano”.

Per quanto riguarda infine l’appunto su un possibile, ma non ancora appurato, rimprovero al ragazzo sull’abbigliamento, il dirigente ribadisce che “la scuola ha raccomandato a tutti i suoi alunni, senza mai entrare nel merito di abbigliamento di “genere”, di venire in classe con un abbigliamento sobrio. Crediamo solo che non sia educativo frequentare la scuola con abbigliamenti non consoni ad una istituzione scolastica”.

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