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Cronaca

Ordine degli psicologi: intervista ad Antonella Bozzaotra ed a Luisa Petrosino

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Napoli - Dal 10 al 12 gennaio si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Psicologi della Campania, preso la Presidenza regionale di Piazzetta Matilde Serao a Napoli. L'Ordine campano salito agli onori della cronaca nazionale per l'approvazione della Legge Regionale sullo "psicologo del territorio",operazione fortemente voluta dal Presidente uscente Raffaele Felaco, in questa prima decade di gennaio, chiamerà i professionisti campani del settore ad eleggere i loro rappresentati in seno all'amministrazione.

Abbiamo deciso di intervistare la vicepresidente uscente e ricandidata al consiglio, la dottoressa Antonella Bozzaotra e la dottoressa Luisa Petrosino, psicologa e psicoterapeuta salernitana candidata al consiglio, entrambe espressione dell'associazione "Psicologi per la responsabilità sociale".

Salve dott.ssa Bozzaotra, lei rappresenta l'amministrazione uscente dell'Ordine e con la sua candidatura anche la continuità. Dunque, ci racconti cosa è stato fatto durante questi anni di governo e quali sono gli obiettivi raggiunti.

Quattro anni fa ci siamo candidati pensando ad una politica professionale che invertisse le logiche lobbistiche, che desse visibilità alla nostra professione e la valorizzasse facendola uscire da arroccamenti su ruoli predefiniti e spesso rivendicati al di là dei contesti di intervento. Pensammo che bisognava cambiare il rapporto della nostra professione con i cittadini, con i media e con la politica. L'abbiamo fatto!

Abbiamo cambiato il rapporto con la politica e con i cittadini proponendo e facendo approvare una legge di iniziativa popolare, evitando attese nelle sale degli assessorati per ottenere piccole circolari che dessero una qualche minima visibilità alle nostre attività. Siamo fieri di aver raccolto firme spiegando ai cittadini cosa pensiamo di poter fare per contribuire a costruire benessere.
Continueremo su questa strada, dato che abbiamo firmato protocolli d'intesa che ci hanno permesso di collaborare con gli amministratori locali andando a definire con loro le necessità dei territori da loro amministrati. I colleghi che hanno compreso la grande capacità innovativa dei protocolli d'intesa per la progettazione sociale hanno creato opportunità di lavoro per sè e per gli altri costruendo servizi per i cittadini dei comuni firmatari dei protocolli. Questa è politica professionale che crea sviluppo che non fa della tutela una pratica persecutoria, ma la declina nella competenza.

Ci candidiamo perché tutto questo possa radicarsi nei territori e a tal fine abbiamo costruito la lista "psicologi per la responsabilità sociale" che ha in sè rappresentanti dei territori campani e dei territori della psicologia in Campania.

Dottoressa Petrosino, il vicepresidente ha messo in luce come la legge regionale di recente approvazione sia stata il frutto, il fiore all'occhiello dell'amministrazione uscente. Ci racconti nello specifico come si è arrivati all'approvazione della stessa.

L'anno scorso molti colleghi campani hanno partecipato attivamente alla raccolta delle firme per la presentazione della proposta di Legge ad iniziativa popolare che l'Ordine degli psicologi ha promosso.

Quella proposta, a seguito della raccolta di 22.000 firme di cittadini in tutta la Regione, i primi giorni di Agosto, ha portato all'approvazione della Legge Regionale sullo "Psicologo del Territorio" (Legge Regionale n. 9 del 3 Agosto 2013) aprendo nuove opportunità occupazionali per noi psicologi campani (è previsto un rapporto numerico di 1 psicologo ogni 10.000 abitanti) e un orizzonte in cui si intravede la reale possibilità di incrementare la promozione del benessere nella popolazione.

L'attuazione della legge aprirà in Campania almeno 600 posizioni di profilo psicologico, 110 solo nella provincia di Salerno.

Cosa è necessario ancora fare per renderla attuativa?

Naturalmente la legge è stata approvata ma non trova ancora applicazione, anche alla luce del recente riallineamento degli ambiti territoriali dei Piani di zona con i Distretti sanitari da parte della Regione, che ha generato una fase transitoria di disequilibrio e riorganizzazione di questi organismi.

Si tratta, a questo punto, di proseguire il processo iniziato e di lavorare costantemente da un lato a responsabilizzare i rappresentanti istituzionali degli Enti Locali per metterli di fronte alla necessità di accogliere la norma e renderla attuativa in tempi brevi, dall'altro a sensibilizzare l'opinione pubblica sui servizi psicologici esigibili da parte degli enti pubblici.

Riguardo a questo credo sia doveroso da parte della comunità professionale non solo il riconoscimento dei risultati conseguiti a chi ha amministrato l'Ordine in questi anni, ma soprattutto dare continuità al percorso avviato al fine di utilizzare e far leva sull'esperienza acquisita e sulle relazioni istituzionali già strutturate rendendo più agevoli i successivi passi da compiere.

Dottoressa Bozzaotra, si parla quotidianamente di crisi e si avverte la frustrazione correlata a bisogni insoddisfatti anche all'interno della comunità professionale, come pensate di poter intervenire su questo?

Solitamente la politica poggia le sue basi di consenso su "promesse di soddisfazione di bisogni ideali" che a volte sono distanti dalla "realtà delle risorse" a disposizione di un territorio.

Ci si muove alimentando le illusioni che inevitabilmente si infrangono quando, finito il clima di campagna elettorale, la realtà riacquista una posizione centrale.

Il progetto della lista che rappresento si pone come possibilità di costruire un "ponte" tra "l'ideale espressione dei bisogni" e "la reale possibilità" di soddisfarli. Un trait d'union tra l'ideale ed il reale per poter costruire un dialogo in cui è possibile sognare restando con i piedi per terra.

In questa cornice, risulta di fondamentale importanza per noi psicologi avere dei punti di riferimento territoriali che svolgano un'azione di raccolta capillare e sistematica dei bisogni che emergono nel contesto di vita e professionale in cui operiamo.

L'analisi delle esigenze espresse rappresenteranno il punto di partenza su cui l'Ordine potrà avere una rappresentativa visione del punto di vista dei colleghi dei diversi territori e potrà conseguentemente formulare le effettive possibilità future di rispondervi.

Lo scarto che potrebbe evidenziarsi rappresenterà l'inizio di un dialogo che poggia le basi su elementi di realtà e che, sebbene sembra allontanare dalle ambizioni ideali, consente a quella parte di sogno effettivamente realizzabile di diventare realtà, in una logica in cui non si otterrà tutto e subito ma si potrà costruire un necessario compromesso che poggia le basi sulla possibilità di affidarsi alla consapevolezza che non tutto è possibile ma ciò che sarà possibile fare sarà fatto.

Dottoressa Petrosino, lei rappresenta nella lista la quota di professionisti salernitani. Qual è la sua lettura su criticità e opportunità della professione di psicologo nel contesto salernitano?

Partirei puntando l'attenzione sulle risorse. Il territorio salernitano possiede evidenti risorse professionali e elevate potenzialità: in questo contesto operano tanti validi professionisti, numerose associazioni e realtà del privato sociale che mettono costantemente in campo iniziative interessanti per il benessere della comunità ma che, spesso, restano nell'ombra o non ricevono la visibilità che meritano.

A tal fine bisogna puntare su due cose. La prima è rendere ancora più efficace la comunicazione tra Ordine ed iscritti per diffondere in maniera più capillare le opportunità già esistenti e favorire l'incontro tra domanda e offerta; per esempio, la possibilità che da tempo l'Ordine offre ai propri iscritti di ottenere il Patrocinio per le singole iniziative o alle opportunità fornite dall'appuntamento annuale della Settimana del benessere, iniziativa proposta dall'amministrazione uscente, all'interno della quale possono essere veicolati interessi individuali di ciascun professionista o organismo; La seconda è fare un lavoro di connessione tra diverse realtà professionali e associative che, spesso, si muovono in maniera frammentaria e con scarsa o assente comunicazione tra loro.

Le realtà con cui mi sono trovata ad entrare in contatto sono molto differenziate rispetto agli ambiti d'intervento, alle metodologie privilegiate e al target di utenza a cui rivolgono le loro prestazioni.

Immagino che la possibilità di operare una lettura più chiara di queste realtà, di individuare le possibilità di connessione, le sinergie e al tempo stesso lavorare alla valorizzazione del ruolo dello psicologo al proprio interno, rappresenti un'occasione evolutiva per tutti. Un esempio sarebbe approfondire la rete dei centri antiviolenza che appare carente rispetto alle reali necessità del contesto, individuando percorsi da seguire, sicuramente complessi ed articolati, in modo da costruire nuove opportunità di benessere per la comunità territoriale e professionale.

Dottoressa Petrosino, lei che rappresenta il territorio salernitano, quale messaggio vorrebbe lanciare ai colleghi di oggi e di domani?

Credo che in questo periodo storico, noi psicologi dobbiamo impegnarci a creare opportunità, trovando modi creativi per esercitare le nostre competenze e trasmettere un messaggio culturale in cui la scala di valori del nostro tempo (in cui si tende a dare un "prezzo" a tutto) si ridefinisca nella capacità di guardare le cose per il "valore" che esse hanno.

Partecipare attivamente, condividere progettualità, imparare reciprocamente, diffondere le buone pratiche arricchisce il nostro viaggio indipendentemente dalla destinazione che raggiungeremo.

Credo sia necessario passare gradualmente dall'ambizione di sgombrare il campo dalle "certezze sui dubbi" alla consapevolezza che solo accogliendo i "dubbi sulle certezze" si può trovare la strada, tra bisogni e risorse, tra domande e risposte, per fare del viaggio la meta. Sia nella clinica che nella vita.

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