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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sala Consilina

Evasione fiscale per mezzo milione di euro a Sala Consilina: in tre finiscono nei guai

Un vicentino - formalmente titolare di un’impresa edile - si era prestato a fare da “cartiera” nei confronti di varie aziende, cedendo, previo pagamento di un congruo corrispettivo, interi bollettari di fatture “in bianco”

Scoperta dai finanzieri a Sala Consilina, un'ingente evasione fiscale, nell’ambito di un’inchiesta per l’utilizzo di false fatture, che vede coinvolte varie imprese edili domiciliate fiscamente nel Vallo di Diano, ma operanti nel vicentino. Si tratta di quattro società di capitali, una società di persone ed una ditta individuale che, nonostante un giro d’affari elevato, risultavano in perdita sistemica dal 2005 e perennemente in posizione creditoria nei confronti dell’Erario.

Dalle indagini è emerso che un vicentino - formalmente titolare di un’impresa edile - si era prestato a fare da “cartiera” nei confronti delle aziende, cedendo, previo pagamento di un congruo corrispettivo, interi bollettari di fatture “in bianco”, con l’intestazione ed il timbro della propria azienda, che venivano poi compilati dagli utilizzatori nella parte afferente le fittizie prestazioni di servizio ricevute e gli importi corrisposti, comprensivi di I.V.A., a seconda delle necessità di ciascuna azienda di “aggiustare” ad hoc la propria dichiarazione fiscale.

Costi fittizi per oltre 25 milioni di euro, I.V.A. relativa e dovuta per oltre 5 milioni di euro, ed un'evasione di 1,4 milioni di imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), attraverso l’utilizzo delle false fatture afferenti a lavori edilizi mai effettuati, in quanto la società “cartiera” non è risultata disporre di attrezzature tecniche necessarie, né tantomeno di una manodopera in grado di giustificare volumi d’affari di svariate decine di milioni d’euro per gli anni d’imposta in questione.

In tre finiscono nei guai, dunque, tra cui due fratelli originari di Sala Consilina che sono stati denunciati per associazione a delinquere, falso ideologico, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di documenti per operazioni oggettivamente inesistenti, dichiarazione infedele, indebita compensazione di imposte. Ma anche per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, avendo assunto “fittiziamente” alle dipendenze dei cittadini extracomunitari per consentire loro la regolarizzazione dei permessi di soggiorno ed ottenendo in cambio somme di denaro tra gli 800 e i 1.000 euro, avvalendosi in ciò dell’intermediazione di un soggetto originario dell’ex Jugoslavia, anch’egli indagato. Per loro, quindi, sequestro preventivo per “equivalente”, con riferimento ai reati di natura tributaria, beni mobili, immobili e depositi bancari per oltre 500 mila euro.

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