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Cronaca

Minacce e intimidazioni, arrestato Fedele Ragosta

L'imprenditore Fedele Ragosta, secondo gli inquirenti, avrebbe "turbato" l'asta per l'aggiudicazione dell'hotel Raito minacciando un imprenditore concorrente

Minacce ed intimidazioni per "convincere" un imprenditore concorrente a non partecipare ad un'asta per acquistare un albergo: Fedele Ragosta, amministratore della Ragosta Real Estate srl, è stato arrestato dagli uomini del GICO del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Salerno, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale salernitano.

Secondo quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle, relative all'aggiudicazione, nell'aprile del 2005, della procedura fallimentare dell'Hotel Raito (di proprietà della fallita Hotel Raito spa), in seguito ad un'asta pubblica bandita dal tribunale di Salerno, Fedele Ragosta avrebbe rivolto minacce ed intimidazioni nei confronti di Francesco Soglia, imprenditore interessato a presentare un'offerta per l'aggiudicazione della struttura.

Nel dettaglio, dopo tre incanti andati deserti, l'aggiudicazione era appunto avvenuta (in seguito all'asta pubblica) a favore della Ragosta Real Estate: l'azienda era stata l'unica partecipante, con una offerta di 6 milioni di Euro a fronte dei nove inizialmente richiesti.

I finanzieri hanno scoperto appunto che anche Francesco Soglia, che in quel periodo aveva gestito la struttura alberghiera in oggetto tramite la Soglia service srl in virtù di un contratto di fitto con la curatela fallimentare, aveva intenzione di partecipare alla gara. Tuttavia, in seguito alle intimidazioni, aveva rinunciato a partecipare all'asta. "E’ stato quindi accertato - si legge in una nota dei finanzieri - il collegamento tra l’episodio criminoso delle  minacce e l’individuazione del Ragosta Fedele quale mandante".

Quest’ultimo - riferiscono le fiamme gialle - è stato già oggetto di ordinanza di custodia cautelare nell’anno 2012 unitamente ad altri 59 soggetti nell’ambito di una vasta indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli e condotta dalle fiamme gialle partenopee per i reati di associazione a delinquere, reimpiego e riciclaggio di proventi illeciti. L'uomo è stato quindi condotto presso il carcere di Poggioreale (Napoli): a suo carico le ipotesi di reato di concorso in estorsione e turbata libertà degli incanti aggravati dal metodo mafioso. 

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