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Cronaca

Fonderie Pisano, l'associazione Salute e Vita: "Il tavolo tecnico? Un'inutile farsa"

L'associazione ha annunciato che si sta valutando un esposto nei confronti dei dirigenti dell'Asl: "La nostra battaglia non si ferma"

L'associazione Salute e Vita interviene dopo il secondo tavolo tecnico sulle Fonderie Pisano, tenutosi ieri mattina in Comune. Un tavolo al quale l'associazione non è stata invitata a partecipare. "Una prova - secondo il presidente Lorenzo Forte - che l’unico obiettivo del tavolo è quello di costruire un alibi 'istituzionale’ alla prosecuzione dell’attività delle Fonderie, che dopo la pubblicazione dello Studio Spes e lo studio epidemiologico a cura di scienziati internazionali come i professori Annibale Biggeri e Francesco Forastiere dovrebbero essere chiuse ad horas da parte delle autorità competenti. Chi ha voluto un tavolo senza di noi è complice di chi inquina e devasta la vita delle persone".

Il commento

L'associazione giudica "molto gravi" le parole del sindaco, Vincenzo Napoli, a margine dell'incontro in merito alla presunta assenza di un nesso di causalità. "Il primo cittadino - afferma Forte -  può e deve intervenire con un’ordinanza contingibile ed urgente anche solo per un principio di precauzione, soprattutto quando ha dalla sua strumenti quali lo Studio Spes e lo studio epidemiologico.  Nessun organo terzo gli chiederà mai di emanare un’ordinanza per chiudere le Fonderie Pisano: fare questa affermazione significa nascondersi dietro un dito e dietro la burocrazia, per non compiere un atto dovuto nei confronti dei suoi concittadini". 

La delocalizzazione

Sul fronte delocalizzazione, invece, l'associazione commenta le parole di Bonavitacola, che dalle colonne de Il Mattino ha espresso “forti dubbi sull’effettiva volontà dell’azienda” di delocalizzare a Buccino vista l'assenza di richieste autorizzative, come ha confermato anche il delegato regionale Antonello Barretta. "Avevamo già detto - sottolinea Forte - che l’ultima farsa, solo in ordine di tempo, era quella andata in onda a marzo dello scorso anno, quando gli organi di stampa riportavano che i vertici delle Fonderie Pisano erano pronti a lasciare Fratte. Si presupponeva perciò che, subito dopo la conferenza stampa, queste autorizzazioni fossero state richieste, per dimostrare la buona fede di volersi realmente spostare. Invece, al 29 dicembre dello stesso anno, non risultava nulla. Intanto le centraline Arpac di monitoraggio dei valori PM10 e PM2,5 continuano a registrare a Fratte dati mediamente più alti di trenta punti rispetto a quelli registrati in altre zone della città. Pertanto, ci chiediamo nuovamente, le Fonderie Pisano, alle quali le prescrizioni della Regione Campania imponevano di lavorare “a basso regime” (senza dare però alcun parametro), che durante i controlli lavorerebbero a scartamento ridotto, normalmente sono al massimo o al minimo della loro propria capacità produttiva? Chi controlla che non lavorino, invece, a pieno regime?". 

La battaglia continua

L'associazione ha annunciato, infine, che si sta valutando un eposto o querela nei confronti dei dirigenti dell'Asl. "Non ci arrenderemo - conclude Forte - fino a quando non avremo raggiunto i nostri obiettivi: chiusura dello stabilimento, bonifica delle aree e reinserimento nel mondo del lavoro degli operai".

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