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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Fonderie Pisano, il comitato Salute e Vita: "Non concordiamo la posizione della Fiom Cgil"

Gli aderenti si schierano anche con le maestranze che “sono vittime, come noi cittadini, dello scellerato comportamento della proprietà Pisano, che ha portato a questa grave emergenza ambientale e ormai chiara emergenza sanitaria"

Il comitato e associazione “Salute e Vita” interviene nella polemica sulla chiusura delle Fonderie Pisano di Salerno schierandosi con le maestranze che “sono vittime, come noi cittadini, dello scellerato comportamento della proprietà Pisano, che ha portato a questa grave emergenza ambientale e ormai chiara emergenza sanitaria". Tutto ciò - ricordano gli aderenti - accertato dal 2015 al 2017 dall’Arpac e/o dalla stessa Regione.

La polemica

Il comitato, inoltre, “stigmatizza e condanna fermamente” le parole della segretaria della Fiom Cgil Salerno Francesca D’Elia, che, al termine dell’incontro con il sindaco Napoli, ha dichiarato “Se ci sono opzioni sarà bene parlarne in modo che l’azienda possa, nel rispetto delle norme, tenere accesi i forni e continuare a produrre in attesa della delocalizzazione”. Pronta la replica di Salute e Vita: “In barba a tutte le leggi e le norme ambientali la D’elia invita di fatto ancora una volta a creare le condizioni nonostante le illegalità e illegittimità accertate per permettere ai Pisano di continuare ad avvelenarci”. Di qui l’affondo contro il sindacato: “Ancora una volta  riteniamo responsabili morali di ciò che si è consumato a danno di migliaia di cittadini della  Valle dell’Irno e degli stessi lavoratori, la Fiom ed i suoi rappresentanti sindacali. Non solo, infatti, non abbiamo mai ascoltato una parola di autocritica e di preoccupazione sia per i reati accertati dalla procura che riguardavano l’aver messo in pericolo la salute e la  vita degli stessi lavoratori,(portiamo ad esempio il processo del 2015 dove uno dei gravi capi d’imputazione riguardava la mancata captazione interna dei fumi che mettevano a rischio i lavoratori, stessa violazione veniva riscontrata pochi mesi fa dall’Arpac senza che la D’elia e il sindacato condannassero né formalmente né costituendosi parte civile tali comportamenti lesivi della salute dei lavoratori da parte della proprietà Pisano,) né tanto meno sono uscite parole di preoccupazione  e  di condanna per i danni causati alla popolazione in questi anni, danni  ormai accertati”.       

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