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Cronaca

Fonderie Pisano, comitati e residenti a Moretti: "E' tornato l'inferno"

Questa mattina il comitato Salute e Vita insieme a diversi abitanti di Fratte e della Valle dell'Irno hanno avuto un lungo colloquio con l'arcivescovo di Salerno sulla questione legata all'inquinamento ambientale

Si è svolto questa mattina l’incontro tra una delegazione del comitato Salute e Vita, guidato da Lorenzo Forte, una folta rappresentanza di residenti di Fratte e della Valle dell’Irno ammalati di patologie tumorali con l’arcivescovo Luigi Moretti. I presenti tra cui Paola Amato (abitante di Via Dei Greci colpita da una malattia autoimmune), Massimo Calce (abitante della frazione di Cappelle  colpito da tumore al cervello), Francesco Guariglia (abitante di Cappelle, recentemente operato di un tumore al polmone sinistro), Lucia Petti (abitante della frazione di Capezzano affetta da un cancro e da una malattia autoimmune), Rocco Botte (abitante di Cappelle, operato di cancro), e da Ferdinando Grimaldi (abitante di Baronissi) e Cristiana Cataldo (abitante di Salerno), hanno espresso all’arcivescovo il dolore e la sofferenza che vivono quotidianamente sul loro territorio, confermando che da quando sono state riaperte le Fonderie Pisano sarebbe tornato l’inferno nella Valle dell’Irno, con la presenza di polveri metalliche e miasmi intollerabili.

I presenti hanno compreso – si legge in una nota di Forte - “la vicinanza dell’arcivescovo ai lavoratori e alle loro famiglie e riconoscendo la sua stessa vicinanza in più occasioni verso gli ammalati e la popolazione, ormai insofferente nei confronti di uno stabilimento incompatibile con il territorio, che ha commesso reati ambientali fin dal 2004 prendendo due condanne definitive di patteggiamento, e che fino a maggio 2016 ha creato un commutato pericolo per l’ambiente e la salute, come riportato dalle stesse relazione dell’Arpac regionale”. Com’era prevedibile, comitati e residenti hanno rappresentato all’arcivescovo le nostre perplessità in merito alla scelta di celebrare una messa nello stabilimento in quanto temiamo strumentalizzazioni da parte della proprietà e non solo, anche di un sindacato la Cgil, che non ha tutelato i lavoratori non costituendosi parte civile nel processo dove tra i capi d’imputazione vi era  a chiare lettere l’accusa che la famiglia Pisano aveva messo a rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori”.

Non solo ma “riteniamo inopportuna la scelta di convocare l’assemblea sindacale a ridosso della Messa in quanto reputiamo tale atto una strumentalizzazione e per questo chiediamo alla Cgil di annullare l’assemblea così da non confondere un fatto religioso usandolo a proprio uso e consumo”. L’arcivescovo ha ribadito la sua vicinanza a chi soffre e per questo ha deciso di accogliere l’invito di celebrare una Messa nelle prossime settimane per pregare, in generale,  per gli ammalati e per chi non c’è più a causa dell’inquinamento atmosferico. Inoltre si è offerto di fare da Garante convocando un tavolo tra tutti i soggetti interessati dalla vicenda per trovare una soluzione definitiva che tuteli la salute dei cittadini e dei lavoratori e il  lavoro. “Noi abbiamo ribadito -continua Forte - la nostra volontà di tutelare la salute ed il lavoro,  siamo pronti a  dialogare con chiunque,  per trovare una soluzione immediata, tuttavia la  condizione fondamentale non può prescindere dalla richiesta di spegnere i motori allo stabilimento di Via dei Greci, che resta a nostro avviso e della stessa Procura un pericolo per la comunità, come dimostrano anche le tante denunce da fatte da numerosi cittadini, ribadiamo di essere ripiombati all’inferno, ritornando ad avere paura per i nostri cari e il futuro dei nostri bambini”.

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